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Americhe. Rapporto della Commissione Interamericana per il controllo dell'abuso di droghe
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Articolo di Donatella Poretti
15 gennaio 2002 19:42
 
E' uscito il rapporto della Commissione Interamericana per il controllo dell'abuso di droghe (Cicad) dell'Organizzazione degli Stati Americani (Oea) che analizza i dati dell'ultimo decennio (1991-2000) riguardanti le coltivazioni illegali, i sequestri e gli arresti del continente americano.

Coltivazioni illegali di coca
L'area coltivata a foglia di coca e' rimasta praticamente della stessa estensione con 200 mila ettari (dai 206 mila ettari del 1991 ai 212 mila del 2000), i tre maggiori Paesi produttori hanno modificato sostanzialmente il loro contributo. Le coltivazioni della Colombia nel 1991 erano pari al 18% del totale per arrivare ad essere il 77% nel 2000, in cifre assolute si e' passati dai 37.500 ettari agli attuali 163.200, l'aumento e' stato continuo, ma il picco c'e' stato nel 1990 quando le piantagioni illegali sono praticamente raddoppiate. Il Peru' e la Bolivia hanno fatto il percorso inverso. Le coltivazioni peruviane, che rappresentavano il 59% ora sono solo il 16%, cioe' i 120.800 ettari si sono ridotti a 34.200. Cosi' come le piantagioni boliviane, che da essere il 23% di quelle totali, sono scese al 7%, riducendo gli ettari coltivati da 47.900 a 14.600, nei 10 anni presi in esame.
E' interessante vedere che le modalita' per ridurre le piantagioni illegali di coca seguite dai tre Paesi sono state diverse, mentre la Bolivia ha usato l'eradicazione volontaria e compensata insieme a quella forzosa, il Peru' ha lavorato soprattutto sulla lotta dura al narcotraffico, la Colombia, invece, si e' concentrata sulle fumigazioni con i prodotti chimici.
In Bolivia i 14.600 ettari coltivati a coca nell'anno 2000, in realta' sono per lo piu' legali e concentrati nel Dipartimento dello Yungas dove la foglia di coca puo' essere coltivata e venduta per uso medico, tradizionale e commerciale. Sono rimasti solo 2 mila ettari di coca illegale e il Dipartimento del Chapare che nel 1996 aveva 33 mila ettari di coca nel 2000 ne registrava ufficialmente solo 600.
La quadruplicazione della coca colombiana e' il dato piu' inquietante. La lotta alla droga e' la piu' dura del continente americano, supportata dal Governo Usa che in tre anni contribuira' con 1.300 milioni di Usd, con tecnologie e strumenti per lo piu' militari. La vera e propria "guerra alla droga" con tanto di fumigazioni di erbicidi pare non avere prodotto dei risultati soddisfacenti. Almeno per ora.
La strategia peruviana e' stata quella di andare a valle, ovvero lavorare sul traffico, prevedendo che di fronte all'impossibilita' di far uscire la droga, anche la produzione sarebbe calata. La strategia sembra avere dato dei frutti, anche perche' le poche zone che continuano nelle coltivazioni producono un tipo di coca poco redditizio, che percio' non ha un grande mercato.

I sequestri di droga nel 2000
L'89% della cannabis sequestrata nel continente americano nell'anno 2000 e' stata realizzata nell'America del Nord con 3.305 tonnellate, precisamente il 62% in Messico e il 37% negli Usa. A spartirsi il rimanente 11% dei sequestri di cannabis viene poi l'America del Sud con il Brasile, la Colombia e il Paraguay, e quindi l'America Centrale e i Caraibi. Il totale e' stato di 3.726 tonnellate.
Per la cocaina (e la coca) la classifica cambia, infatti il 53% del totale dei sequestri sono stati realizzati dall'America del Sud e il 39% da quella del Nord, quella del Centro e i Caraibi si confermano all'ultimo posto. La Colombia e' comunque la prima con 110 tonnellate, seguono gli Usa con 103.805 chili, il Peru' con 26.067 chili, il Venezuela con 14.771 chili, il Cile con 10.970 chili e Panama con 7.395 chili. Il totale e' stato di 330 tonnellate.
Decisamente diverse sono le cifre che riguardano l'eroina, sostanza poco diffusa nel centro e sud, sia come produzione che come consumo. Durante l'anno 2000 sono state sequestrate 2,9 tonnellate di questa droga e il 69% dei sequestri sono stati effettuati nel Nord America: gli Usa con 1.573 chili, il Canada con 168 chili e il Messico con 299 chili. Per l'America del Sud i dati sono: la Colombia con 563 chili, il Venezuela con 195 chili e l'Ecuador con 108 chili.
Molto complessa e' la valutazione e l'analisi dei sequestri delle sostanze chimiche che per lo piu' servono per la trasformazione della foglia di coca e del papavero da oppio, anche perche' le tabelle delle sostanze vietate variano da Stato a Stato.

I laboratori
I laboratori di raffinazione, trasformazione e produzione di sostanze stupefacenti scoperti nel continente sono, per lo piu', quelli della regione andina e dell'America del Nord. Ma la differenza delle sostanze prodotte e' netta. Nella regione andina principalmente si dedicano a cocaina, crack, eroina e morfina, mentre negli Stati Uniti e nel Canada i laboratori fabbricano droghe sintetiche come ecstasy, Lsd, anfetamine e metanfetamine. Nel 2000 in Bolivia sono stati individuati 1.424 laboratori, 647 in Colombia e 92 in Peru', mentre negli Usa 2.079 con un aumento notevole nel corso degli anni.

Gli arresti
Il maggior numero di persone arrestate e detenute per i reati di possesso e traffico di droghe e' nell'America del Sud. Nel 2000 in tutto il continente americano sono state arrestate 180 mila persone di cui il 45% nell'America del Sud, il 35% nell'America del Nord, il 13% nei Caraibi e il 7% nell'America Centrale. Tuttavia se i numeri degli arrestati vengono rapportati percentualmente rispetto agli abitanti, la classifica si ribalta e il Belize ha il tasso di detenuti per droga piu' elevato: 831 per 100 mila abitanti, le Bahamas 615,3, il Costa Rica 133,4, il Cile 118,4, Panama 99,2, l'Argentina 84,1, il Canada 40,2, il Messico 11,4. Non c'e' da stupirsi se gli Usa non rientrano nella classifica, visto che i dati presi in esame sono solo quelli federali, perche' quelli statali e municipali non sono stati conteggiati. Inoltre le legislazioni sono diverse e in alcuni Stati non e' previsto il carcere per il possesso di droga.
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