Antitrust ha sanzionato Amazon perchè in base agli acquisti che il cliente ha fatto in precedenza, indirizza lo stesso verso una serie di prodotti in qualche modo connessi all’acquisto precedente, limitando così la libertà di scelta.

Amazon fa quello che fanno molti siti online, primo fra tutti Google, quando non consentono al navigatore di scegliere in base alle proprie ricerche di per sé, ma basando le stesse sulle ricerche precedenti. E’ il metodo anche di Facebook/Meta, etc..: una volta ingabbiati, non se ne esce.

Un modo come un altro per fidelizzare il cliente e - dicono- dar lui un servizio semplificandogli la vita. Metodo che, di fatto, fa credere in un mondo che sia a misura dello specifico navigatore quando fa una ricerca, foss’anche di notizie, portandolo a preferire cose che si presume siano a lui confacenti. 
Il perfetto contrario del motivo per cui una persona fa una ricerca, con la conseguenza di creare eserciti di omologati che - in estrema forma - si convincono che il mondo giri intorno a se stessi, dando certezza della importanza quantitativa e qualitativa delle proprie scelte. 

La reazione tipica del navigatore è in una frase: l’ho letto su Internet (o sui social)... una volta si diceva “l’ha  detto la tv”.... facendo assurgere la propria ricerca a verità assoluta.. che invece è quella solo basata sulle scelte precedenti.

Cio’ che preoccupa, oltre al singolo caso, è che questa valorizzazione viene usata anche dagli operatori dell’informazione… che poi con un uso smodato e non razionale dell’Intelligenza Artificiale, il limite verso l’annullamento di libertà e scelte individuali è sempre più prossimo.

Per chi non lo avesse già capito, sarà, con questa sentenza, l’inizio della fine dell'uso fidelizzante degli algoritmi e di un’attenta riflessione sull’Intelligenza Artificiale?


Qui il video sul canale YouTube di Aduc

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