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Bolivia. Dietro il massacro dei contadini un gruppo di paramilitari?
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Articolo di Donatella Poretti
13 novembre 2001 21:19
 

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Lo scorso fine settimana a seguito di una serie di scontri erano rimasti uccisi sei contadini e un proprietario terriero nella regione di Pananti (Bolivia meridionale), e mentre il Governo apre un'inchiesta sulle responsabilita' di Esercito e Polizia, che dovevano evitare gli scontri e tranquillizzare la regione, si affaccia sulla scena un'ipotesi inquietante, l'esistenza di un gruppo di paramilitari impegnati a seminare terrore e morte tra i campesinos.
Il quotidiano boliviano 'La Razon' pubblica oggi un articolo dal titolo semplificativo: "Una forza irregolare tortura in Chapare", ma altrettanto scrive 'Bolivia.com': "Forze irregolari agiscono impunemente nel Paese". L'ipotesi portata avanti, e sostenuta con documentazioni dal Difensore del Popolo, e' quella che le Forze Armate hanno organizzato una Forza Operativa di Missione, composta da mercenari (lo stipendio e' di mille Usd), la cui funzione e' quella di sorvegliare la strada Santa Cruz-Cochacamba e organizzare operazioni di intelligence nella zona. Questa Forza e' praticamente un gruppo di paramilitari, direttamente sotto gli ordini dei militari operativi nel tropico.
L'inchiesta del Difensore del Popolo rivela la continua violazione dei diritti umani: i cocaleros detenuti sono stati sottomessi a ripetute violenze e torture senza pieta', molti di loro presentano ferite e ematomi in tutto il corpo. Domenica 11 novembre, la rete Unitel aveva mostrato un campesinos del Chapare con le natiche e gambe spezzate per i colpi. Giovedi' 8 novembre, il maggiore Iván Mejía si divertiva a bruciare i vestiti di una donna cocalera, qualsiasi cocalero considerato sospetto viene preso e picchiato.
Nessuno si assume la responsabilita' dell'accaduto, nessuno tra i sei comandanti che attualmente dirigono le forze militari e di polizia, denuncia il Difensore del Popolo di Villa Tunari, Godofredo Reinique. Ma la cosa che piu' preoccupa gli uffici del Difensore sono le modalita' di azione di questo gruppo. Ci sono le prove che nella zona del Chapare vengono realizzate delle riunioni periodiche tra i capi militari della Forza Operativa in Missione e Luis Rojas, che all'epoca della dittatura di Hugo Banzar, negli anni '970, era sottosegretario agli Interni. Sembra che a comandare i paramilitari ci sia un colonnello monco, la cui esistenza sarebbe stata confermata oggi dal deputato cocaleros Evo Morales, che lo ha identificato come Aurelio Burgos: "riconoscibile perche' gli manca una mano".
Le domande che si pongono ora i funzionari per i diritti umani e il Difensore del Popolo sono: chi finanzia questa forza di missione e a quale compito e mandato militare specifico risponde.
Tornato da New York, dall'assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente boliviano Jorge Quiroga e' andato immediatamente nella zona degli scontri e ha promesso terreni ai senza terra, il Movimiento Sin Terra (Mst) mobilitato accanto ai cocaleros. Quiroga ha inoltre ordinato di punire i responsabili del massacro di Pananti. Il ministro del Governo, Leopoldo Fernández, ha rivelato che i Sin Terra gli avevano fatto avere, pochi giorni fa, una documentazione dettagliata sui paramilitari in azione nel tropico.
Nel frattempo il movimento che si oppone al Governo e che si mobilita attorno alla richiesta del 'cato' di coca (un terzo di ettaro a famiglia da coltivare) e' in crescita e gli scontri si fanno piu' violenti. 4 mila produttori di Yungas sono scesi a fianco dei cocaleros del Chapare, si preannunciano nuovi blocchi stradali promossi dai sindacati e manifestazioni di piazza. Nelle vicinanze di Chiripiri la Polizia ha sparato gas lacrimogeni contro contadini che 'probabilmente' volevano bloccare la strada.
Tutto questo nonostante il Governo abbia proibito riunioni pubbliche.

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