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Bolivia. Fallito il vertice sulla coca, riprende la distruzione delle piantagioni
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Articolo di Donatella Poretti
28 novembre 2001 18:36
 

Per approfondimenti:

26 agosto: Bolivia/Europa. Il mercato della foglia di coca .... che dovrebbe essere eradicata

27 agosto: Bolivia/Europa. La conferma del flop delle politiche di eradicazione delle piantagioni di coca

4 settembre: Bolivia. I militari antidroga distruggono le coltivazioni legali

8 settembre: Bolivia. Riprendono le coltivazioni di coca

15 settembre: Bolivia. Nuovo corpo di polizia specializzato nella lotta al narcotraffico

19 settembre: Bolivia. Cocaleros sul nuovo corpo di polizia specializzato nella lotta al narcotraffico

25 settembre: Bolivia. Cocaleros ultimatum ai militari

27 settembre: Bolivia. Cocaleros contro le eradicazioni

28 settembre: Bolivia. I militari sparano alla stampa e uccidono un cocaleros

29 settembre: Bolivia. I cocaleros chiedono una tregua per le eradicazioni

30 settembre: Bolivia. Cocaleros e Governo si danno una tregua di 15 giorni

4 ottobre: Bolivia. Chapare militarizzato e cocaleros sul piede di guerra

5 ottobre: Bolivia. Tregua rotta nel tropico del Cochabamba

6 ottobre: Bolivia. Il procuratore discusso e la tensione nel Cochabamba

27 ottobre: Bolivia. Aumenta la presenza militare in Chapare

4 novembre: Bolivia. Cocaleros confermano il blocco stradale in Chapare

7 novembre: Bolivia. Chapare: il blocco stradale dei cocaleros impedito dall'esercito

13 novembre: Bolivia. Dietro il massacro dei contadini un gruppo di paramilitari?

14 novembre: Bolivia. Il conflitto con i cocaleros nel Chapare

15 novembre: Bolivia. Governo e cocaleros accettano il dialogo, intermediaria la Chiesa

16 novembre: Bolivia. Ancora violenza, ancora tre morti tra i cocaleros

20 novembre: Bolivia. Preoccupazioni dal Congresso Usa per la lotta antidroga, mentre arrivano denunce di stupri

22 novembre: Bolivia. Tregua in Chapare e vertice sulla coca a Cochabamba


Per tre giorni si sono confrontati Governo e 'cocaleros' nel cosiddetto 'Vertice sulla coca e lo sviluppo alternativo' organizzato a Cochabamba con la mediazione della Chiesa cattolica, della 'Defensoría del pueblo' (ufficio governativo per i diritti civili) e dell'Assemblea nazionale per i diritti umani; per cinque giorni c'e' stata una tregua nelle eradicazioni forzate delle piantagioni di coca illegale, ma tutto e' finito in nulla di fatto.
Cosi' se gia' da oggi il Governo riparte con la distruzione delle piantagioni di coca, i 'cocaleros' sono di nuovo sul piede di guerra. In 200 hanno lasciato Cochabamba al grido di "coca o morte!" e "guerra contro il Governo!".
In cambio della rinuncia a coltivare coca, le istituzioni avevano ancora una volta promesso una somma di denaro a chi sarebbe passato alle colture alternative, come ananas, banana, maracuya o palmito, circa 500 bolivianos (73,6 Usd) mensili a famiglia per un periodo di 15 mesi. A questo si sarebbe aggiunta la creazione di un Fondo per la stabilizzazione dei prezzi dei prodotti alternativi. Le trattative si sono pero' rotte sulla richiesta di una proroga della sospensione delle eradicazioni di coca da parte dei 'cocaleros' e rigettata dal Governo.
Contemporaneamente, ad appesantire il clima gia' teso, sono arrivate anche le dichiarazioni del generale Victor Hugo Garcia: "la protesta degli indios boliviani ha oggi le condizioni adatte per associarsi con un movimento terrorista". Per Garcia il passato, sia di Evo Morales, deputato e leader dei 'cocaleros', che di Felipe Quispe Huanca, detto El Mallku, leader dei contadini dell'altopiano di La Paz, indica i due quali potenziali capi di questo eventuale terrorismo.

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