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Brasile. La nuova politica sugli stupefacenti: tossicodipendenti e non piu' criminali
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Articolo di Donatella Poretti
15 dicembre 2001 10:42
 
La Camera dei deputati brasiliana ha approvato ieri il progetto di legge che depenalizza il consumo di stupefacenti, la legge Murad dal nome dell'autore, l'on. Elias Murad. Ora il presidente Fernando Henrique Cardoso ha 15 giorni di tempo per sottoscriverla, ma il suo si' e' solo una formalita', visto che la nuova politica sulle droghe e' anche opera sua.
Chi sara' sorpreso con piccoli quantitativi di droga non avra' piu' il carcere come unica prospettiva, al massimo in quattro ore sara' fuori da qualsiasi posto di polizia. Un perito di tossicologia valutera' se la quantita' di droga trovata in suo possesso e' da considerarsi per uso personale, e quindi sara' rimesso in liberta'. Poi dovra' subire comunque un processo, nel circuito della "Giustizia terapeutica" dove potra' essere condannato a pene alternative come la prestazione di servizi per la comunita', la sospensione della patente e potra' essere avviato verso terapie sanitarie di disintossicazione.
Paulo Roberto Uchôa, segretario nazionale Antidroga, ha preannunciato ieri in occasione della giornata conclusiva del II Forum Nazionale Antidroga che i servizi sanitari saranno obbligati ad offrire trattamenti medici ai tossicodipendenti. Il nuovo piano sanitario dovra' trovare le risorse economiche per terapie sanitarie destinate ai dipendenti di droghe lecite (alcol, tabacco, psicofarmaci e altro) e illecite (marijuana, cocaina, crack e altro).
La nuova politica antidroga prevede anche il coinvolgimento delle scuole e dei professori inserendo nei programmi scolastici la conoscenza dell'uso degli stupefacenti. Per ridurre la domanda di droghe nel Paese, il Governo appoggera' e implementera' i progetti di riduzione del danno, sperimentati per la prima volta sette anni fa a Santos, San Paolo. Oggi sono 90 le citta' brasiliane che distribuiscono siringhe sterili con un kit dove c'e' tutto l'occorente per il 'buco' sicuro.
Il clima e' cambiato, e il giorno dopo del voto della Camera due sentenze rispecchiano il nuovo atteggiamento. Un ragazzo di 24 anni arrestato nel 1997 per una sigaretta di marijuana e' stato assolto prima dal Tribunale statale di Rio Grande do Sul, sentenza confermata dal Tribunal Superior confinando l'atteggiamento nella "sfera della liberta' personale" e classificandolo "al massimo come un caso di autolesione". Cosi' anche per un altro ragazzo di 21 anni, arrestato a San Paolo mentre si accendeva una sigaretta di marijuana, assolto perche' rappresentava "un pericolo astratto per la salute pubblica, e la quantita' di stupefacente e' irrilevante per rappresentare la consumazione del crimine". In entrambi i casi e' valso il "principio di insignificanza".
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