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Brasile. Da quando non c'e' piu' Tio Paulinho ...
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Articolo di Donatella Poretti
6 dicembre 2001 20:37
 
"Morto un papa se ne fa un altro", recita il detto, ma in caso di trafficanti le cose stanno diversamente. Sicuramente la successione al trafficante Tio Paulinho, arrestato due anni fa, e capo indiscusso della favela Caixa d'Agua (Rio de Janeiro), non e' indolore.
Concordano poliziotti e consumatori: le bande si fanno la guerra tra loro per prendere il comando della zona, ma anche la droga 'non e' piu' quella di una volta'. Prima circolava della buona marijuana, oggi viene venduto soprattutto crack, conviene agli spacciatori, rende di piu', e soprattutto i consumatori diventano dei dipendenti che continuamente hanno bisogno di 'farsi'.
Per 5 real (meno di 5mila lire) viene venduta una pietra di crack, per la stessa cifra si acquista marijuana per farci almeno 10 sigarette, ma per disincentivare il mercato della marijuana questa si puo' comprare solo di sera.
I trafficanti della favela comunicano tra di loro come i radioamatori, nella zona ci sono infatti torri alte piu' cinque metri, la droga arriva con dei furgoni camuffati da operatori televisivi, mentre circola e esce dalla favela con i 'motoboy'. La Polizia si adegua e nella gara al travestimento i suoi agenti sono dei tecnici di imprese telefoniche che si aggirano per non destare sospetti e compiere indagini su movimenti e operazioni dei trafficanti. In attesa dell'erede di Tio Paulinho nella favela carioca si vive cosi'.
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