Il consumo di cannabis in Francia e’ “ad un livello molto elevato” in rapporto agli altri Paesi europei, secondo l’Observatoire français des drogues et toxicomanie (OFDT). Nel 2016, l’11% degli adulti 18-64enni -cioe’ circa 4,1 milioni di persone- ha fatto uso di questo prodotto almeno una volta l’anno (5 milioni aggiungendo gli 11-18enni). Una percentuale identica a quella del 2014, anno della precedente indagine, dove il consumo era andato oltre 3 punti rispetto al 2010. A suo tempo si porto’ all’8%, un tasso stabile da dieci anni. Nel 1992, solo il 4% dei francesi adulti fumava almeno una volta l’anno.
Questa stabilizzazione del consumo ad un livello elevato e’ il principale rilievo relativo alla cannabis nel barometro della Sanita’ pubblica pubblicato lo scorso 23 giungo dall’OFDT. La rilevazione di questa cifra, che porta la Francia in testa ai Paesi maggiormente consumatori in Europa, arriva praticamente un mese dopo l’annuncio, il 24 maggio, da parte del ministro dell’Interno Gérad Collomb, della preparazione -con modalita’ al momento ancora molto fluide- da qui “a tre o quattro mesi” di un contravvenzione per i consumatori di cannabis. Una riforma che intende alleggerire il lavoro della polizia e della giustizia.
L’indagine diffusa oggi, realizzata su un campione rappresentativo di 15.000 persone, e’ una pubblicazione intermedia che non comprende tutti i dati del consumo. I consumatori regolari o quotidiani di cannabis non vi figurano, per esempio, e saranno noti solo alla fine del 2018. “Ma nel merito dell’evoluzione del consumo durante l’anno, non ci sono motivi per pensare che questi consumatori abbiano evoluzioni differenti”, dice Stanislas Spilka, responsabile delle indagini e analisi statistiche dll’OFDT.
Consumo generazionale
Per l’Osservatorio, nel 2016 come nel 2014, 1,4 milioni di francesi adulti fumano quindi almeno dieci volte al mese, e tra questo 700.000 lo fanno ogni giorno. Per spiegare questa stabilita’ del livello di consumo. Spilka sottolinea l’assenza di “maggiore evoluzione” nelle politiche pubbliche sulla cannabis durante questi ultimi anni.
Invece che diplomi o status sociale, sono il sesso e l’eta’ che caratterizzano i consumatori di cannabis. Tra gli adulti, il 15% degli uomini dice di aver fumato almeno una volta nell’anno, rispetto al 7% delle donne. La meta’ (51%) degli uomini tra 18 e 64 anni die di aver consumato cannabis almeno una volta nella sua vita, rispetto ad un terzo (34%) delle donne della stessa eta’.
La cannabis rappresenta quindi un consumo “generazionale”; il 28% dei 18-25enni ne ha consumato almeno una volta durante l’anno, il 17% dei 26-34enni, e l’8% dei 35-44enni. Livelli stabili rispetto al 2014.
Uso terapeutico
Fenomeno notevole: il 5% dei 45-54enni hanno consumato cannabis nel corso degli ultimi dodici mesi, rispetto al 4% del 2014 e 2% del 2010. “Rispetto a quasi nessuno di piu’ di 45 anni che fumava alla fine degli anni 90, constatiamo che una nuova generazione sembra dedicarsi al consumo invecchiando”, dice Spilka.
Per la prima volta, l’OFDT ha misurato il consumo presso i 65-75enni. Risultato: 0,2% di questa tranche d’eta’ consuma cannabis. Una percentuale “non nulla” di consumatori che “corrobora le osservazioni di chi agisce sul terreno”, e che potrebbe essere in parte legata “a consumatori terapeutici del prodotto”.
Per spiegare questi livelli del consumo di cannabis molto elevato in Francia, l’OFDT sostiene che  questo sia dovuto ad uno sviluppo dell’offerta. Esso rileva alla rinfusa la prossimita’ con Paesi produttori come il Marocco, la crescita delle coltivazioni in Francia e il dinamismo del mercato dell’erba. Secondo i nuovi dati dell’Octris, l’ufficio centrale per la repressione del traffico illegale, diffusi dall’OFDT, 126,400 piante sono state sequestrate nel 2016 dalle forze dell’ordine (rispetto a 154.000 nel 2015), e 18 tonnellate d’erba, rispetto a 17 nel 2015 e 10 nel 2014. L’OFDT constata ugualmente che l’attrativita’ della cannabis e la sua accessibilita’ sono uno stimolo molto forte verso i giovani.


(articolo di François Béguin, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 23/06/2017)