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Depenalizzazione cannabis. La Francia verso la fine dell'ipocrisia?
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Articolo di Redazione
21 novembre 2014 10:58
 
La politica portata avanti in Francia da quarant'anni per lottare contro la droga e' efficace? Dopo aver audito piu' di 64 persone in merito, i due relatori del Comité d’évaluation et de contrôle des politiques publiques (CEC) dedicato alla materia, hanno reso pubbliche, ieri 20 novembre, dodici proposte “suscettibili” -secondo loro- “di migliorare la lotta contro il consumo di sostanze illecite”. “Constatata la necessita' di passare da una “risposta puramente penale ad una risposta giudiziale”, i due parlamentari hanno fatto appello per una “revisione” della legge del 1970 sugli stupefacenti. Ma rispetto ad uno che parla di semplice “ripulitura”, l'altro evoca un “rimaneggiamento”.
Sul consumo di cannabis, Anne-Yvonne Le Dain, deputata socialista dell'Hérault e Laurent Marcangeli, deputato UMP della Corsica del sud, si sono messi d'accordo su una posizione “minima” e preconizzano la trasformazione del reato di consumo di cannabis in una contravvenzione di terza categoria (massimo 450 euro). Attualmente, il consumo di stupefacenti e' teoricamente punito con un anno di prigione e 3.750 euro di ammenda.
“il vero lassismo e' lo status quo”
“Le risposte giudiziarie oggi non corrispondono a cio' che dice la legge”, ha sottolineato il deputato UMP, che e' favorevole al mantenimento del divieto. Ma per lui, “le forze di polizia hanno altre cose da fare che occuparsi di qualcuno che fuma uno spinello”. 163.000 persone sono state incriminate dalle forze di polizia per uso di stupefacenti nel 2013. Ma solo 1.400 condanne alla prigione sono state inflitte. Nel 90% le condanne per consumo sono con pene alternative alla prigione.
A titolo personale, Anne-Yvonne Le Dain, sostiene di voler andare piu' lontana rispetto al suo collega dell'UMP. Essa si e' pronunciata in favore della legalizzazione del consumo di cannabis a livello privato e per la possibilita' di una “offerta regolamentata” sotto il controllo dello Stato. Una posizione vicina a quella presa, nel 2011, dall'ex-ministro socialista dell'Interno Daniel Vaillant, che si era dichiarato sostenitore di una “legalizzazione controllata” della cannabis in modo da “uscire dall'ipocrisia”. Il consumo non e' certo un comportamento da seguire, ma il vero lassismo e' lo status quo”, aveva spiegato ad una intervista al quotidiano Le Monde.
In un comunicato, la Fédération addiction (Federazione Dipendenza), che raggruppa chi si occupa di questa materia, ha ritenuto che i dati riportati “dimostrano l'inefficacia della politica repressiva” e si e' “congratulata” che “la questione di un mercato regolamentato della cannabis sia chiaramente prevista”.
Rimane da sapere se questa proposta trovera' un'eco favorevole davanti all'Esecutivo. “Il Governo puo' avere delle cautele sulla materia -riconosce Laurent Marcangeli-. Ma l'iniziativa parlamentare esiste. Sono convinto che si puo' trovare una maggioranza, di destra come di sinistra, in merito”. Una proposta di legge che prevede di sanzionare con una semplice ammenda “il primo uso illecito” di stupefacenti, e' gia' stata approvata dal Senato il 7 dicembre 2011.
A luglio del 2012, l'entourage di Manuel Valls, all'epoca ministro dell'Interno, aveva manifestato la propria “fermezza sulla questione dei divieti”, assicurando che non si trattava di una “chiusura al confronto”. Nel corso della campagna presidenziale, François Hollande, si era manifestato chiaramente ostile ad ogni depenalizzazione della cannabis.

(articolo di François Béguin pubblicato sul quotidiano Le Monde del 21/11/2014)
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