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Droghe dolci. Verso la depenalizzazione in Tunisia
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Articolo di Redazione
20 febbraio 2017 17:30
 
 Sono le 18 quando la trasmissione Nessma Live inizia. Invitato: Béji Caid Essebsi (BCE -1). La trasmissione e’ stata registrata in anticipo, e il suo contenuto piu’ importante e’ gia’ trapelato alla vigilia. Il presidente della Repubblica propone che le incriminazioni penali e carcerarie nei confronti dei consumatori di droghe dolci siano sospese. E che la legge 52 non serva piu’ come pretesto perche’ la polizia possa arrestare migliaia di giovani. Un terzo delle detenzioni e’ frutto diretto della stretta applicazione di questo testo. Nel 2016, 6.662 persone sono state arrestate per infrazione alla legge 52, 4.000 dei quali sono finiti in prigione.
Un big bang culturale
Essebsi e’ intervenuto come ultima risorsa. Il dibattito su questa “legge legale ma illegittima”, secondo la societa’ civile, cresce intensamente negli ultimi anni. L’uso che ne fa la polizia e’ regolarmente denunciato. Una commissione ad hoc e’ stata incaricata di modificare il testo legislativo all’Assemblea dei rappresentanti del popolo (ARP), unica autorita’ che lo puo’ fare in base alla Costituzione del 2014.
Ma gli ardori riformatori dei deputati vanno lentamente. Il testo iniziale ha finito per essere piu’ repressivo dopo la discussione in seno a questa commissione. Non ha preso in considerazione le indicazioni di alcuni protagonisti della societa’ civile, essenzialmente il molto attivo avvocato Ghazi Mrabet che ha evocato “un progetto di legge fascista”. In mancanza di una soluzione parlamentare, il cuore del potere, BCE ha proposto i suoi servizi. Presiedendo il Consiglio di sicurezza nazionale (composto dal presidente dell’ARP e da quattro ministri), BCE domandera’ che la legge 52 non sia applicata in attesa che l’ARP acconsenta di regolamentare il problema. Nel seno dei principali blocchi parlamentari, i pareri sono molto discorsi.Un consenso sembra complicato da ottenere. In Ennahda, il partito islamista forte di 69 deputati, una persona ha preso pubblicamente posizione a favore dell’abolizione della legge 52: Lotfi Zitoun.
Lotfi Zitoun, un islamista pro-cannabis
L’uomo e’ un consigliere politico dello sceicco Rached Ghannouchi. Si occupa di tutto, e’ l’uomo che cerca soluzioni puramente politiche ai problemi tunisini. Il 16 gennaio, Zitoun pubblica una tribuna che non sara’ senza conseguenze. Ha scritto: “E’ oggi nostra responsabilita’ di dirigenti la depenalizzazione pura e semplice del consumo di prodotti oggi illeciti in modo che ci si possa concentrare su altre questioni prioritarie come l’educazione e il lavoro”. Provenendo da un islamista, la posizione potrebbe sospendere. L’uomo giustifica la sua presa di posizione ritenendo che il problema e’ “sociale” e che la risposta non puo’ essere “penale”. Minoritario in seno al suo partito su questa materia, Zitoun ha rotto un vaso prezioso (ndr - le vase de Soissons, nel testo francese) scrivendo nero su bianco che lui vorrebbe abrogare la legge 52. E’ sicuramente una scommessa che Rached Ghannouchi (ndr - storico leader dei tunisini del partito islamista Ennahda) dovrebbe prendere in considerazione subito ed esprimersi pubblicamente su questo argomento. Il suo consigliere ha agito come esploratore, offrendo agli islamisti tunisini una improvvisa immagine di modernita’ che ha messo il campo avverso, il Nidaa Tounes di BCE, davanti alle sue contraddizioni. BCE ieri ha messo la prima zolla di terra sulla bara della legge 52. Nel 2016 aveva graziato piu’ di 7.000 giovani che erano finiti in prigione per aver fumato cannabis.
Ed ora la questione dei diritti degli omosessuali
Ad oggi la legge continua ad esserci. Ma una moratoria cade su di essa. In attesa della sua pura e semplice scomparsa. Un’altra disposizione, l’articolo 230 del Codice penale tunisino, attende ugualmente una “moratoria”: degli adulti consenzienti che praticano la sodomia rischiano tre anni di prigione, il termine “sodomia” concerne chiaramente la comunita’ omosessuale. Un test anale e’ attualmente praticato in Tunisia da parte di un medico legale per coloro che sono sospetti di omosessualita’. Una parte della societa’ civile si attiva perche’ questi metodi medievali spariscano. Dopo la legge 52, l’articolo 230 sara’ anch’esso messo in frigorifero? BCE ha promesso in un prossimo futuro l’elaborazione di un codice delle liberta’ individuali. Sul percorso delle buone maniere, la Tunisia progredisce. Con difficolta’ (ndr - in francese: Cahin-caha), ma va avanti.

1 - Béji Caïd Essebsi. Presidente della Repubblica dal 31 dicembre 2014, leader del partito Nidaa Tounes, uno dei piu’ importanti del Paese

(articolo di Benoît Delmas, corrispondente dalla Tunisia di Le Point Afrique, pubblicato il 20/02/2017)
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