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Francia. Il Consiglio Nazionale Aids per la depenalizzazione. Una goccia nel deserto francese, ma non quello europeo
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Articolo di Vincenzo Donvito
6 settembre 2001 17:17
 
Il Consiglio Nazionale dell'Aids (Cns), organismo istituzionale francese, istituito da un decreto del Presidente della Repubblica nel 1989, in un rapporto che ha diffuso oggi, ha perorato la causa della depenalizzazione del consumo di tutte le droghe.
I suoi membri ne hanno dibattuto per due anni, arrivando alla conclusione che la legge del 1970 (che punisce qualunque uso di droghe) debba essere rivista. Si tratta di 23 personalita' nominate direttamente dal Presidente della Repubblica, dall'Assemblea Nazionale e dal Senato, dal Primo Ministro, dal ministero del Lavoro e della Solidarieta', nonche' da organismi etici, professionali, universitari, economici e dei diritti dell'uomo, che in documento di 160 pagine chiedono che "il divieto penale dell'uso personale di stupefacenti in ambito privato, sia abolito", e che "l'acquisto e la detenzione di stupefacenti per consumo personale non siano piu' considerati come un violazione penale". Il documento precisa che per consumo si debba intendere "l'uso in senso stretto e l'approvvigionamento del consumatore, il trasporto delle sostanze e il loro possesso".
Auspicando che un dibattito in materia si apra cosi' come gia' succede in Spagna, Gran Bretagna e Svizzera, Alaine Molla, responsabile per i problemi della tossicodipendenza del Cns, dice: "Quando parliamo di depenalizzazione dell'uso, non si tratta di una posizione irresponsabile di estrema sinistra, sotto uno sfondo liberal-libertario. Il Cns non e' un luogo in cui si fa della filosofia sulla liberta' di ciascuno, ma dove si ha un approccio sanitario dei problemi. Una societa' senza droghe non esiste, e tutto il mondo e' d'accordo nel dire che l'obiettivo delle eradicazioni e dell'astinenza obbligata e' una chimera".
Ed e' proprio questo che colpisce: l'approccio non ideologico. Da un organismo che nel suo documento istitutivo si dice "impegnato per esprimere opinioni sull'insieme dei problemi posti alla societa' dall'Aids e di fare al Governo tutte le proposte utili", non ci si sarebbe aspettato altro, ma sentirselo ripetere, in clima di trasformismo e affermazioni che spesso vogliono dire il contrario di cio' che si capisce ad un primo acchito, fa sempre meglio. Il trasformismo dialettico e dei fatti, in Francia come in Italia, e' un atteggiamento diffuso che pero', grazie a queste prese di posizione e al pragmatismo di chi in Europa e non solo sta sperimentando altre forme di approccio al problema droghe, mostra di non essere invincibile.
Il rapporto, che pone l'accento sul fatto che sta parlando di un uso privato e non pubblico (dove, invece, auspica una continuita' delle sanzioni), domanda anche una miglioria nei trattamenti sostitutivi (seguiti oggi da 70 mila eroinomani), in particolare nelle carceri, dove devono poter entrare anche dei medici esterni. C'e' bisogno di una politica di riduzione dei danni, come "lo scambio di siringhe nei centri penitenziari, la distribuzione di eroina sotto il controllo medico, e la creazione di strutture in cui ci si possa iniettare le sostanze con conseguente minor rischio sanitario".
Il rapporto auspica anche la presentazione di uno specifico progetto di legge e che, nell'attuale legge del 1970, rimanga solo il divieto di "istigazione all'uso".
Infine, in considerazione anche di un'inchiesta del novembre 2000, in cui si evidenzia che in un solo giorno sono ben 200 le persone incarcerate per il consumo di droghe, il Cns auspica che sia abolita qualunque forma di detenzione per i consumatori.
Se consideriamo che il Cns e' quello che e' (un'istituzione pubblica), e che, soprattutto, il dibattito in Francia e' sostanzialmente represso e marginalizzato (nei mesi scorsi una timida apertura del ministro della Sanita', Bernard Kouchner, provoco' tali ire anche e soprattutto nello schieramento di maggioranza, che lo stesso ministro reintervenne per "dire che non aveva detto", e si corresse auspicando solo un dibattito parlamentare), il rapporto del Cns e' quasi rivoluzionario.
E' evidente che l'aria nuova che tira in Europa, e in particolare l'ultima decisione del Governo tedesco di procedere alla sperimentazione della somministrazione controllata di eroina sul modello svizzero, sta cominciando a dare i suoi frutti.
Sara' bene ricordare che il baluardo della certezza della bonta' del divieto assoluto in materia, oggi in Europa e' detenuto dalla Francia e dalla Svezia, e il fatto che a Parigi cominci a sgretolarsi, vuol dire molto: la Svezia isolata non dovrebbe reggere molto, e la Francia e' uno dei piu' grossi motori del processo di integrazione europea.
Ma per il momento non c'e' tanto da cantar vittoria, siamo solo ai primi passi di un processo di decriminalizzazione che si presuppone lungo, difficile e tortuoso: valga per tutti il fatto che l'anno prossimo in Francia c'e' il rinnovo della carica di Presidente della Repubblica, e difficilmente gli attori in campo (Jacques Chirac e Lionel Jospin, presumibilmente) si lanceranno in proposte di modifica dell'attuale status quo, soprattutto e grazie al fatto che il livello di confronto istituzionale (e non solo) in materia e' pressocche' vicino allo zero.
Quindi il rapporto del Cns piu' che una rondine che fa primavera, almeno per il momento, va considerato come una goccia in un deserto, solo francese per fortuna; e, appunto, la Francia non potra' non essere in Europa, dove gia' si aggirano un po' di rondini.
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