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Gb. Rapporto sulle droghe: la tossicodipendenza ha bisogno di una "soluzione d'impresa"
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Articolo di Vincenzo Donvito
24 marzo 2002 20:02
 
Un nuovo rapporto sulle droghe e' stato pubblicato dal Foreign Policy Centre (Fpc), un serbatoio di idee fiancheggiatore dei laburisti, curato da Rowena Young, Development Director di Kaleidoscope, una agenzia che si occupa di droghe.
Il punto di partenza e' che nessuno piu' crede alla "war on drugs", giudicata come un fallimento: i britannici spendono ogni anno milioni di sterline sulle politiche di proibizione delle droghe e per i trattamenti dei tossicodipendenti, senza pero' riuscire ad individuare la radice di questa dipendenza. Il Governo, secondo la signora Young, dovrebbe concentrare la sue risorse contro la dipendenza, piuttosto che contro l'uso delle droghe ricreazionali.
Prendendo come esempio alcuni progetti in corso in alcuni Paesi asiatici, dice sempre Miss Young, la poverta' va individuata la piu' grande responsabile della dipendenza, e nuovi provvedimenti devono essere presi per aiutare chi ne rimane intrappolato, aiutandolo a venirne fuori e a trovare un lavoro. "La "war on drugs" e' risultata un fallimento. Raramente, nelle storie delle guerre, si sono avuti risultati cosi' insignificanti rispetto ad investimenti ingentissimi". "La chiave del problema non e' nella disponibilita' delle droghe, ma la problematica connessa all'esclusione sociale che deriva dall'uso delle droghe".
Una recente indagine del ministero degli Interni ha evidenziato come l'abuso delle droghe costi ai britannici qualcosa come 11 mila sterline l'anno per i costi sanitari, giudiziari e di assistenza di ogni tossicodipendente. Nello stesso tempo, il rapporto del Fpc, evidenzia come nelle aree piu' povere del Paese le richieste di ricoveri d'urgenza per problemi relativi alle droghe, siano 30 volte maggiori che non in altri luoghi, mentre le persone disoccupate sono sette volte piu' coinvolte nell'uso delle droghe pesanti, che non quelle che hanno un'occupazione.
La proibizione ha fallito nel cercare di afferrare il problema, poiche' i successi dei trattamenti e dei programmi di prevenzione sono stati limitati, e per questo e' urgente che il Governo faccia uso di aziende private e gruppi di volontari per farsi il quadro dei problemi e delle problematiche di chi usa le droghe. Alcune agenzie di reclutamento hanno gia' mostrato interesse a questa idea. Alcuni studi hanno mostrato come "prendersi cura del business" da' una motivazione importante e significativa a chi fa un uso quotidiano delle droghe.
Un tipo di approccio che viene usato da alcuni gruppi d'aiuto in Paesi dell'Asia come Pakistan, India e Malaysia. E i Paesi occidentali hanno da imparare dai successi riportati in Pakistan, dove hanno trovato una combinazione tra le cure e il commercio.
In base a questo, le raccomandazione del rapporto per una politica britannica sulle droghe, sono:
- creare presso il ministero degli Interni un ufficio per la promozione di aziende socialmente impegnate (come in Asia) per istruire e trovare un impiego a lungo termine a chi fa uso di droghe, con l'obiettivo di creare 25 mila posti di lavoro in 10 anni;
- rinominare l'attuale "National Treatment Agency" in "National Drugs Rehabilitation Agency" e impiegare la maggiorparte dei suoi fondi per stimolare l'educazione, il lavoro e l'impresa;
- riformare il sistema dei "benefit" in modo che i consumatori di droghe che scelgono l'addestramento o il collocamento lavorativo, non siano privati degli aiuti domestici o dell'assistenza per i loro bambini;
- l'adozione di un sistema piu' "olistico" verso chi intende abolire il suo consumo di droghe o per chi privilegia trattamenti di riduzione del danno;
- il ministro degli Interni David Blunkett deve anche considerare di declassificare la cannabis dalla classe B a quella C delle droghe.
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