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Giulio Tremonti, il genio incompreso della politica economico-finanziaria italiana
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Articolo di Anti Patico
14 dicembre 2016 13:36
 
Bozza del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, luglio 2003
"Finanziare i consumi, convertendo in reddito una parte della ricchezza accumulata dalle famiglie attraverso la casa". "Elevate potenzialità di finanziare i consumi", attraverso "linee di credito al consumo direttamente garantite dal mutuo ipotecario: sono una valida alternativa sebbene costituiscano un'innovazione".

L'innovazione, se fosse passata in Parlamento, sarebbe stata la nascita dei mutui subprime erogati dalle banche italiane.

17 luglio 2008
"Il sistema bancario italiano è più solido di quello di altri Paesi. Non possiamo escludere una crisi, ma il nostro è un sistema solido". "Ci ha salvato che in alcune banche italiane non si parli l'inglese, ma si parli con le imprese".

09 ottobre 2008
"Molti paesi sono intervenuti, noi l'abbiamo fatto perché dovevamo, ma non lo applichiamo, non lo vogliamo applicare e pensiamo di non doverlo applicare. Abbiamo un solo obiettivo vero che non è tanto salvare le banche che si salvano da sole, ma che le banche siano così forti e liquide da continuare a servire liquidità all'economia". Il sistema italiano è sufficientemente "patrimonializzato ed ha una "sufficiente liquidità".

13 gennaio 2009
Le nostre banche hanno sofferto poco la crisi dei subprime (vero, ma solo perché la sua idea del 2003 non era passata). Sono poche quelle in cui si parla inglese! La loro esposizione agli agenti tossici è stata, di conseguenza, molto limitata. Oggi i nostri banchieri non ci chiedono neppure di andare in loro soccorso”.

23 luglio 2010
I risultati relativi agli stress test svolti su cinque gruppi bancari italiani ne mostrano la solidità patrimoniale e la stabilità, anche rispetto a scenari caratterizzati dalle condizioni macroeconomiche più penalizzanti e meno probabili”.

Peccato che sia dovuto andare via a novembre 2011, col tracollo del Governo e soprattutto delle quotazioni dei titoli di Stato italiani...ci avrebbe fatto tanto piacere ascoltare le successive esternazioni sulle banche italiane solide, sicure e che non parlano inglese.
 
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