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Italia. Almeno in tema di droghe, potremmo avere un Governo "europeo"?
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Articolo di Alessandro Garzi
26 marzo 2002 17:53
 
Gran Bretagna. Anno 2002.
Voci molto vicine, quando non interne al Governo di Tony Blair, spingono per la "riclassificazione" della cannabis per decriminalizzare. E' in corso un esperimento in un quartiere meridionale di Londra (Lambeth) che non prevede piu' l'arresto nel caso di semplice possesso o di consumo di piccole quantita' di cannabis. Un rapporto del Foreign Policy Centre punta il dito contro la cosiddetta war on drugs: e' un fallimento e costa troppo.
Fino a qualche anno fa queste erano le parole di pochi visionari. Oggi sono l'opinione di parte dell'esecutivo della Gran Bretagna.
Iniziative simili, vengono prese un po' in tutta Europa, con gli esempi spagnoli, portoghesi, belgi.

Italia. Stesso anno
Di aperture, il Governo in carica neanche ci pensa. Anzi: aumentare le pene per combattere le droghe. La cannabis comincia ad essere "paragonata" alle droghe pesanti, e si ritorna alla vecchia leggenda della "droga di ingresso". Un membro del Governo italiano, il ministro Stefania Prestigiacomo, (e in posizione molto piu' defilata rispetto al ministro degli Interni inglese), aveva provato a dire "ma forse lo spinello non e' poi quel...". L'hanno mangiata viva: "non esistono -hanno detto- distinzioni tra droghe leggere e pesanti. Fanno tutte male". Discorso chiuso.
E mentre a Lambeth e' stato detto alle forze dell'ordine di andare a lavorare sui casi "seri" di droga, come il traffico, in Italia, la polizia si concentra su pericolosissimi marijuanomani adolescenti. Mica vorrai andare contro i trafficanti, o le organizzazioni di spaccio, vero? Quelli sparano.
Per valorizzare "gli sforzi" per "allontanare i nostri giovani dalla droga", le forze dell'ordine di Arezzo hanno "pescato", dopo un opportuno blitz, una decina di minorenni che, a quanto pare, marinavano la scuola per recarsi a "consumare stupefacenti", (dice l'agenzia Ansa), "farsi qualche innocente canna" (traduciamo noi). La polizia, ha fatto piazza pulita: ha segnalato una decina di loro (tra i quali un quattordicenne), ha chiuso il locale per quindici giorni, ed ha sequestrato un po' di sostanza. Peccato. Manca l'onnipresente immigrato, che si prende puntualmente la colpa di tutto il traffico cittadino di stupefacenti, e il quadretto sarebbe completo: la polizia fa vedere che si e' "impegnata contro la droga", e gli spacciatori spacciano allegri e contenti, il "pericolo sociale", viene bloccato; un po' la situazione Usa, dove la lotta alla droga assume, sempre di piu', i connotati di controllo sociale per la politica interna e di controllo politico per gli affari internazionali (il caso Colombia e' emblematico), secondo una logica, che non ha spiegazioni, esclusa la cattiva fede, e, ferma restando la legge uguale per tutti, la maggior parte dei consumatori di stupefacenti sono bianchi, ma la maggior parte di coloro che stanno scontando una pena per droga, appartengono alle minoranze.
E guardandosi intorno, per i temi legati agli stupefacenti, non e' proprio l'Europa il modello al quale il Governo italiano in carica si ispira.
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