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Italia. Indagine Eurispes: tossicodipendenza "disinvolta" o indagine sull'indefinibile?
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Articolo di Benedetta Marziali
24 ottobre 2001 21:36
 
Un consumo diffuso e disinvolto: l'indagine Eurispes ritrae un nuovo volto della tossicodipendenza.
Droga: tra indifferenza e istituzionalizzazione e' il titolo della ricerca -presentata oggi a Roma in collaborazione con la Comunità di San Patrignano; ecstasy e cocaina come regolari beni di consumo in una legislazione che li considera reato? L'immagine del consumatore, sciolto nel consumo abituale ma inconsapevole di un "se' tossico", e' cio' che emerge dall'inchiesta, che denuncia indifferenza e frequente cecita' nel non considerare l'uso di droga un indicatore di disagi. Dai dati raccolti dall'Istituto affiora una mutata realta' del fenomeno: una migrazione massiccia dalle comunita' di recupero alle strutture che distribuiscono metadone; riscontrabile nell'aumento di soggetti che ricorrono ai Sert: in media 287 per struttura nel 2000 (275 nel 1999). I trattamenti psico-sociali e riabilitativi sono in calo anche nei Sert, un dato che porterebbe a concordare con il parere degli operatori dei centri d'igiene mentale che ritengono che sia in atto un eccessivo processo di medicalizzazione della tossicodipendenza (55,9%).
I risultati forniti da una specifica indagine su San Patrignano parlano chiaro: il 66% dei soggetti accolti hanno fatto ricorso al metadone, il 9,5% ha avuto una diagnosi psichiatrica.
La soluzione proposta dall'Eurispes e' rappresentata da una collaborazione tra pubblico e privato nell'ottica di un ripensamento dei trattamenti farmacologici. Le risposte politiche ai dati e alle posizioni dell'indagine sono state discordanti e inconciliabili. Se per il deputato Michele Bonatesta (AN) la sola politica della riduzione del danno cronicizza il fenomeno invece di rimuoverlo, per il deputato Giuliano Pisapia (PRC) i dati "dimostrano il fallimento delle politiche proibizioniste e repressive seguite finora" e indicano la necessita' di trovare soluzioni alternative considerando anche le proposte legislative in materia.
L'apparente disinvoltura dell'atteggiamento di consumo di stupefacenti e' quindi un'ipotesi di lettura del fenomeno che non prevede riscontri certi, cosi' come considerare gli stupefacenti un bene di consumo e' solo un'altra ipotesi su un mercato indefinibile perche' illegale.
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