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Italia/Onu. Si infittiscono i balletti intorno al rinnovo della direzione dell'Undcp
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Articolo di Vincenzo Donvito
20 novembre 2001 9:55
 

Per approfondimenti:

10 agosto: Giochi di bottega al Palazzo di Vetro

31 agosto: Onu. Non sara' Kofi Annan a decidere su Pino Arlacchi, ma Silvio Berlusconi

5 settembre: Afghanistan. I taleban imprigionano 8 occidentali per ricattare l'Undcp

9 settembre: Undcp. Al posto di Pino Arlacchi forse Gianni De Gennaro

14 settembre: Onu. Ma Arlacchi, se da' del bugiardo a chi lo accusa, perche' non si difende?

15 settembre: Onu/Arlacchi. Le smentite che non smentiscono

21 settembre: Onu/Afghanistan. Terrorismo internazionale e il gioco di Pino Arlacchi

29 settembre: Onu. Dipartita di Pino Arlacchi dall'Undcp

29 settembre: Onu. Pino Arlacchi lascia la direzione dell'Agenzia per la lotta alla droga

6 ottobre: Afghanistan. Per Arlacchi i Taleban non coltivano oppio. Per il resto del mondo si'.

26 ottobre: Onu. Arlacchi e le operazioni in Afghanistan: la teologia e' stata la chiave del successo

26 ottobre: Italia/Onu. La stella del ministro degli Esteri Renato Ruggiero su Pino Arlacchi

2 novembre: Onu. Leoluca Orlando al posto di Pino Arlacchi?

16 novembre: Italia/Onu. Pino Arlacchi riconfermato all'Undcp?

17 novembre: Italia/Onu. No! Arlacchi non e' riconfermato all'Undcp: comincia un balletto in cui qualcuno auspica che Emma Bonino ..


Il quotidiano "Libero" pubblica oggi con molta evidenza il carteggio (con altrettanta copia fotografica) da cui si desume che nella vicenda Ruggiero / Arlacchi / Farnesina / L'Espresso, sarebbe il servizio stampa del ministero degli Affari Esteri ad aver detto una bugia. Infatti la lettera del ministro degli Esteri, Renato Ruggiero, al segretario dell'Onu, Kofi Annan, esiste e perora esplicitamente la riconferma dell'attuale direttore dell'Undcp, Pino Arlacchi, alla carica di vicesegretario dell'Onu con delega alla lotta contro la droga. Cosi' come esiste la lettera, resa pubblica lo scorso 26 ottobre dal settimanale "L'Espresso", di Pino Arlacchi a Ruggiero, in cui lo ringrazia del suo interessamento (con tanto di icipit "caro Renato").
Sentendo varie campane di chi segue le vicende, si viene a sapere che i candidati alla carica di presidente dell'Undcp sarebbero tre: ovviamente Pino Arlacchi, l'attuale capo della Polizia Gianni De Gennaro, e l'ex-ministro degli Esteri Gianni De Michelis. Il primo rappresenterebbe la continuita' (probabilmente facendo finta che in questi non sia successo nulla, soprattutto non ci siano stati i finanziamenti al Governo afghano dei Taleban) tenendo buona l'opposizione in modo che non dia fastidio per altre nomine internazionali che sono nell'aria (Balcani e Aids/Africa in primo luogo), il secondo terrebbe buona lo stesso l'opposizione ma avrebbe un prestigio e il significato di una rottura con la gestione precedente, il terzo vorrebbe dire che il Governo ci va con la mano pesante, se ne frega dell'opposizione e mette un suo uomo di provata levatura ed esperienza internazionale.
Sia chiaro che noi, a differenza di agenzie tipo "ll Velino" del sen.Lino Jannuzzi (che aveva dato nei giorni scorsi la notizia dell'avvenuta riconferma di Pino Arlacchi), non abbiamo particolari canali di informazione e, tutto sommato, non ci interessa piu' di tanto averli. Leggiamo i fatti dalle cronache dei giornali, ci scambiamo le impressioni e le opinioni in redazione e, soprattutto, non abbiamo la filosofia del complotto. Prendiamo atto che ad un posto che dovrebbe essere importante per chi intende continuare a combattere la droga con politiche che alimentano il suo moltiplicarsi (e il moltiplicarsi della delinquenza e del terrorismo internazionale che ne trae alimento economico), corrisponde una ricerca di responsabilita' basata sullo scambio di potere, piuttosto che sulla professionalita' e capacita'. Fu cosi' a suo tempo per la scelta di Pino Arlacchi, con i risultati che conosciamo, e la storia continua.
Dall'esterno di questo marasma, pero', ci arriva un segnale: e' quello della Gran Bretagna. Ha fatto una svolta rispetto a quello che in Italia sembra in questo momento determinante nella lotta alla droga (la nascita del Dipartimento Nazionale Antidroga), mettendo in soffitta questo modo di affrontare la questione molto in voga nelle Americhe, con i risultati che giornalmente documentiamo in queste pagine. Il suo ministro degli Interni ha chiesto di legalizzare di fatto la marijuana. Sono anni che vanno avanti progetti di riduzione del danno con la somministrazione controllata di eroina. Un giorno si', e l'altro pure, non manca un dirigente di polizia o qualche giudice di qualche Corte, che non si esprima a favore di legalizzazione e sistemi alternativi rispetto a quelli in voga. La polizia stessa si rifiuta di occuparsi di consumatori e piccoli spacciatori di cannabis, perche' "ha cose piu' importanti da fare". Tutto questo mentre diffondono cifre, indagini, statistiche che gli danno ragione sul fronte della diminuzione di tutti i tradizionali problemi connessi al fenomeno droga (sanitari e di ordine pubblico). E, pur se in una logica prettamente punizionista, imprimono una svolta alla loro lotta alla droga con la proposta di acquistare, insieme agli Usa, ai prezzi del mercato nero, la produzione di oppio afghano, nel tentativo di conquistare la fiducia di persone che da produzione e primo traffico ne traggono vantaggi.
Noi lo seguiamo con molta attenzione, contemporaneamente denunciando i balletti Onu di cui il nostro Paese e' protagonista.

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