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Italia/Undcp. Esportare modello italiano nella lotta alla droga? Ma tanto paga il contribuente .
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Articolo di Massimo Lensi
14 marzo 2002 9:32
 
Forse non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di sottolineare il fallimento delle politiche attuali sulle droghe. La grave e dispendiosa politica dell'Undcp (l'agenzia Onu per la lotta alla droga) e' stata messa sotto accusa piu' volte in questi anni, portata all'indice da numerosi Stati europei, fino a giungere in alcuni casi alla decisione di sospendere i finanziamenti all'Ufficio Onu di Vienna.
Alla 45esima sessione della Commissione Narcotici delle Nazioni Unite, l'Italia ha presentato una Risoluzione al fine di proporre l'utilizzazione su scala internazionale del modello italiano. Il Sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha addirittura rafforzato questa ipotesi sostenendo che per rilanciare la lotta alla droga si deve giungere all'eliminazione della distinzione tra droghe pesanti e leggere e all'allontanamento di qualsiasi ipotesi di depenalizzazione. Un indirizzo netto, quello del sottosegretario, nei confronti del recupero e non del semplice mantenimento del tossicodipendente.
Alcune brevi riflessioni
1) Olanda, Germania, Svizzera, Spagna e Gran Bretagna hanno in piu' occasioni denunciato la politica di cui il sottosegretario Mantovano sembrerebbe tornato ad essere un fautore. E se e' pur vero che l'Italia ha destinato all'Undcp 4 milioni e 600 mila Usd tra il '99 e il 2001, e' altrettanto vero che non considerare le critiche e le proposte alternative provenienti da altri autorevoli Paesi, significa considerare l'organismo antidroga Onu come "roba di casa nostra". Le proposte di Mantovano sono nell'attuale panorama internazionale quanto meno prive di attenzione nei confronti di altre riflessioni, a tutto scapito di una politica comune, europea in primis, sulle droghe.
2) Da molte parti ormai si sostiene una revisione delle Convenzioni internazionali sulle droghe, in chiave opposta a come state attuate fino ad oggi. Molte forze politiche europee ormai la sostengono, ultima in ordine di tempo quella dei Liberaldemocratici inglesi.
3) La sostituzione di Pino Arlacchi con Antonio Maria Costa alla direzione dell'Undcp non e' una vittoria della diplomazia italiana, semmai una vera ultima spiaggia, ben pagata dai Governi italiani, che la sottopone addirittura ad una maggiore attenzione critica da parte degli osservatori internazionali.
4) Prima di essere ripresentata una politica internazionale di eradicazione e di sviluppo alternativo delle colture, si dovrebbe almeno attendere la riunione ministeriale prevista per la primavera del 2003, quando l'Onu dovra' valutare il piano voluto da Pino Arlacchi nel 1998.
5) La sentenza con cui il giudice veneziano Barbara Bortot ha intimato all'Asl di San Dona' di Piave di fornire gratuitamente ad una malata di tumore farmaci derivati dalla cannabis, crea un precedente importante per ottenere, anche in Italia, l'uso di tali farmaci.
6) Nei primi tre mesi del 2002, sostiene il sottosegretario Mantovano, in Italia si e' registrato un aumento nei sequestri di stupefacenti (piu' 6,44%), ma una diminuzione di operazioni antidroga (meno 17,64%), rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Non si accorge il sottosegretario che da questi dati emerge una peculiarita'? La forchetta delle percentuali segnala da una parte l'individuazione di grossi soggetti di traffico di stupefacenti e dall'altra una minore attenzione da parte delle forze di polizia per la microcriminalita', che e' poi quella legata alle droghe leggere, le non droghe: hashish e marijuana. A sostenere questa ipotesi vi e' anche un latro dato: i morti per droga si sono dimezzati (meno 57%).
Non possiamo non osservare che una politica di tal fatta, definita "modello italiano", costa molto. Sia in termini economici per il contribuente che in quelli politici per la diplomazia italiana. Il "modello italiano", signor sottosegretario, lasciamolo cadere nel dimenticatoio, che tra Pino Arlacchi e le variegate politiche di recupero, non ci si fa una degna figura all'estero. Ci creda Signor Sottosegretario: lasci perdere!
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