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Kosovo: una Colombia nel cuore dell'Europa?
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13 aprile 2001 0:00
 
C'e' una Colombia nel cuore dell'Europa. E' il Kosovo. I guerriglieri del non disciolto Uck (supportato dai servizi segreti occidentali prima e durante la guerra contro la Jugoslavia di Milosevic del 1999), sono legati a piu' di un filo con i mafiosi locali, e trarrebbero i loro guadagni dal fondo La Patria Chiama, una sorta di donazione-estorsione ai danni dei kosovari che vivono nell'Europa Occidentale. Ma meta' dei loro guadagni proviene dal traffico di stupefacenti, soprattutto eroina. Ogni mese 5 tonnellate di eroina afghana vengono trattate dai clan kosovari, circa il doppio di quella che era all'inizio della guerra della Nato. La rotta e' quella dei Balcani, la stessa che viene usata per il traffico di clandestini e di sigarette. L'eroina viene dal Caucaso o dalla Turchia, la cocaina dalla Grecia o dalla Bulgaria, la marijuana dal sud dell'Albania. Attraverso la Macedonia, i carichi passano il confine, finiscono nei laboratori dei mafiosi kosovari e prendono la via dell'Italia attraverso il porto di Durazzo, e del nord Europa attraverso la costa dalmata. Con questi narcodollari l'Uck ha acquistato armi sofisticatissime, e sono state distribuite tra le varie brigate, ognuna delle quali fa capo ad un determinato clan mafioso. Ma l'Uck farebbe tutto questo per un piano ben preciso: destabilizzare i Balcani ed imporre il suo controllo sull'Europa anche attraverso l'immigrazione. I kosovari sono infatti avvantaggiati rispetto ad altre etnie, dato che hanno lo status di rifugiati politici. Xavier Rauffer, docente di criminologia a Parigi, intervistato dal settimanale Panorama lancia l'allarme sul fatto che i soldati della Kfor di stanza in Kosovo non possono intervenire contro i mafiosi, di come l'Italia abbia leggi troppo tolleranti in materia di immigrazione… c'e' effettivamente una Colombia nel cuore dell'Europa.
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