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Non tradite l'Europa! Dopo l'incontro col presidente turco Erdogan...
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Articolo di Annapaola Laldi
31 maggio 2017 12:25
 
 Forse questa volta, nell’incontro a Bruxelles del 25 maggio scorso, tra i vertici dell’UE, Tusk e Juncker, e il presidente turco Erdogan,  l’Europa non è stata tradita!
Se Erdogan ha lasciato l’incontro con Tusk “scuro in volto”, come rivela l’ANSA. (ma anche quello di Tuisk non scherza!) vuol dire che questa volta l’UE non si è fatta raggirare da Erdogan, come temeva il dissidente turco Carl Dündar, nel suo appello pubblicato su “Die Zeit”,  e come era successo nell’incontro in Turchia il 16 novembre 2015 (vedere sotto).
Questa volta, secondo “ASKA NEWS”,Tusk ha esplicitamente dichiarato di aver posto la questione dei diritti umani al centro della discussione, il che, certamente, a Erdogan non deve essere piaciuto. Le rassicurazioni europee sulla necessità di continuare a cooperare con la Turchia, così come anche, penso, la dichiarazione di Erdogan che la Turchia non vuole restare sulla porta dell’Europa “come un mendicante”, sembrano piuttosto aleatorie.
Detto questo, desidero soffermarmi sull’appello di Dündar (che attualmente vive in Germania, dopo aver passato un periodo nelle carceri turche), in cui ha richiamato l’attenzione dei vertici della Unione Europea sulla aggressività del presidente turco e sull’atteggiamento compromissorio fin qui dimostrato dall’UE. Ambedue le cose dimostrate dai verbali della riunione tra Juncker,Tusk ed Erdogan del 16 novembre 2015, avvenuta ad Antalaya, in Turchia, il cui testo fu svelato dal sito greco “euro2day.gr”.
Nonostante che la relazione sullo stato di avanzamento del processo di adesione della Turchia all’UE contenesse la più severa critica di tutti i tempi alle violazioni circa il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali (in primo luogo il dispregio per la libertà di stampa), i vertici europei tennero un atteggiamento blando nei confronti della Turchia di Erdogan, arrivando a rinviare la pubblicazione del documento di diversi giorni, con l’evidente scopo di non interferire con le elezioni turche (1 novembre 2015), in cui (sia detto per inciso) Erdogan trionfò, come non aveva fatto in quelle di qualche mese prima.
Nella denuncia del dissidente turco, alla quale rimando, essendone molto utile la lettura diretta, di quella riunione vengono citati alcuni brani inerenti la questione dei profughi e il denaro promesso alla Turchia per non farli venire in Europa. Nel botta e risposta tra le due parti, appurato che Erdogan non si contenta di tre miliardi di euro in due anni, ma vuole tre miliardi all’anno, e che ha pronto il ricatto di spedire in autobus i profughi in Grecia e Bulgaria, Juncker replica alla fine:
Abbiamo rinviato la relazione per Vostro desiderio. Pensavamo che voleste riconciliarVi con l’Europa. Adesso mi sento raggirato”.
Ora, quello che mi ha particolarmente colpito nelle affermazioni ricattatorie di Erdogan è questo passaggio sui profughi “Come volete fare a fermare i profughi senza un accordo? […] Sono persone senza istruzione, che rimarranno terroristi anche in Europa”. Perché, se c’è una cosa da dire sui profughi siriani, giacché in prima linea ci sono loro, è proprio che essi rappresentano una élite. Tra di loro ci saranno anche degli ignoranti, degli analfabeti (ce ne sono anche nelle nazioni più progredite), ma la stragrande maggioranza di essi ha un grado di cultura elevato, sono professionisti, commercianti, docenti, impiegati, tanto che Angela Merkel ha avuto buon gioco ad aprire loro le porte della Germania (nel 2015 ne ha accolti poco più di 400mila), certa di incamerare, per così dire, un patrimonio economico (alcuni sono ancora ricchi), culturale e professionale di alto livello.
E poi c’è l’insinuazione che tutti i profughi siano terroristi, cosa smentita dai fatti, cioè dall’integrazione, anche se sempre imperfetta, degli immigrati nei Paesi europei e non solo.
Per concludere: non so se abbia ragione chi sostiene che l’UE avrebbe dovuto accogliere la Turchia prima che in essa si affermasse l’islamizzazione voluta da Erdogan e quindi lo strapotere di quest’ultimo con la crescente violazione dei diritti umani e delle libertà che erano garantite nella Turchia laica, perché, se la Turchia fosse già stata membro dell’UE, il processo dittatoriale messo in moto da Erdogan non sarebbe stato possibile (ma le derive attuali di Polonia e Ungheria direbbero, purtroppo, il contrario). Non ho strumenti per approvare o respingere questa tesi. Mi limito a guardare la realtà di oggi. E trovo proprio impossibile che la Turchia di oggi possa aspirare a far parte della Unione Europea, in cui, comunque, sono ancora valori irrinunciabili la libertà e il rispetto dei diritti umani. Tenere aperti i canali diplomatici, secondo me, è sempre una buona cosa, ma altrettanto buona cosa è guardare con molta chiarezza i nostri interlocutori - anche le loro capacità di manipolazione, i loro scopi veri.
Non svendiamoci mai. Non facciamoci raggirare. Mai.
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