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Nonostante il Plan Colombia sono in aumento le coltivazioni di coca?
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Articolo di Donatella Poretti
11 novembre 2001 20:45
 
Il quotidiano colombiano "El Espectador" sempre attento alle problematiche legate alla droga e al processo di pacificazione del Paese, ha pubblicato oggi un articolo dal titolo "Rotte e sfide del narcotraffico" firmato da Jineth Bedoya Lima. Nel pezzo si offre un'anticipazione dei risultati e delle valutazioni registrati da un'inchiesta dell'intellingence militare colombiana per quanto riguarda la situazione delle coltivazioni di coca e la forza dei gruppi guerriglieri e paramilitari nel Paese, che, d'ora in poi sara' meglio adeguarsi alla definizione ufficiale e chiamarli terroristi, senza offrire piu' il destro a interpretazioni romantiche sul loro operato.
Una sorta di primo bilancio sul Plan Colombia e sul processo di pacificazione portato avanti con grande impegno dal presidente Pastrana, grazie alla collaborazione, economica e militare degli Usa. Il rapporto militare rivela un incremento delle coltivazioni di coca che dovrebbe imporre un momento di riflessione, nel 2000 erano 123 mila gli ettari di coltivazioni illegali, oggi sono 176 mila e cinquecento.
Ricordiamo a scanso di equivoci che solo pochi giorni fa lo stesso presidente Pastrana aveva voluto fornire i numeri del Plan Colombia dell'ultimo anno: quasi 75 mila ettari di coltivazioni distrutte. Il Plan ha un costo di 7.500 milioni di Usd cosi' suddivisi: 4.000 colombiani, gli altri 3.500 vengono dalle istituzioni internazionali, di cui 1.300 dagli Usa, soprattutto con aiuti militari.
Le distruzioni delle coltivazioni di coca avvengono per lo piu' grazie alle "fumigazioni", ovvero con la dispersione via aerea di un potente erbicida, il glifosato. Le polemiche su questa modalita' sono tutt'ora in corso sia in Colombia che nei Paesi confinanti, i rischi e le conseguenze che questo prodotto gettato sopra la popolazione, sopra i fiumi e sopra altre coltivazioni non sono ben chiari, ci sono denunce in corso anche negli Usa, e alcuni senatori colombiani hanno aperto un dibattito interno sull'utilita' delle fumigazioni arrivando a scrivere al segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, per mettere la parola fine sull'argomento.
A fronte di questa debacle (altro termine non riusciamo a trovare), e visti gli investimenti e i risultati, l'inchiesta militare anticipata dal El Espectador indica anche tre nuovi "triangoli della coca": zone in cui era rara la presenza di coltivazioni di coca e che ora sono teatro di investimento per i produttori di cocaina, con intere famiglie di "raspachines" che vi si trasferiscono. Una sorta di migrazione senza fine ottenuta dalle distruzioni e aiutata dai gruppi di narcotrafficanti che operano in Colombia.
La zona di Arauca sembra essere quella che ha visto l'incremento piu' accelerato delle piantagioni di coca. Infatti, se prima la preoccupazione maggiore delle autorita' locali era la disputa del territorio per il petrolio, oggi l'Esercito ammette che questa e' passata in secondo piano, non certo perche' si sia risolta, ma perche' le coltivazioni illegali hanno preso il primo posto. Solo nelle ultime settimane sono stati scoperti 12 mila ettari di piantagioni di coca e 106 piste di atterraggio clandestine utilizzate dai narcotrafficanti anche per portare armi. A corollario della situazione, il capo di Stato Maggiore dell'Unita' Militare, il colonnello Gustavo Matamoros Silva, avverte che le Auc sono entrate nella zona di Arauca, visto che la produzione quindicinale e' di 4-5 tonnellate di cocaina con un guadagno di 1.440 milioni di Usd.
Gli stessi gruppi terroristi di Farc, Eln e Auc hanno piu' o meno riconosciuto i finanziamenti da narcotraffico, e negli ultimi dieci anni si sono rafforzati del 1.600%, nonostante i processi di pacificazione e la zona di distensione affidata alle Farc, dove lo stesso gruppo terroristico dovrebbero distruggere i 10-12 mila ettari di piantagioni di coca che si trovano nella zona a loro affidata e al tempo stesso cessare gli attacchi alla popolazione civile, secondo gli accordi, o meglio, le richieste del Governo colombiano.
In altre parole, piu' vicine a noi nel lessico storico, sembrerebbe di avere a che fare con una Caporetto trasnazionale, visto che gli investimenti riguardano non solo la Colombia e gli Usa, ma anche l'Onu con i programmi di coltivazioni alternative che non riescono a prendere forma in maniera consistente.
Nonostante questo, domani arriveranno i primi sei elicotteri Black-Hawk, promessi dagli Usa e partiti dalla base militare del Connecticut, a cui se ne aggiungeranno altri 4 entro dicembre, per iniziare la quarta fase del Plan Colombia. I risultati li aspettiamo con ansia.
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