Raramente si era osservato un successo internazionale cosi' poco pubblicizzato. La nomina di Antonio Costa, ex segretario generale della Bers (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo), a direttore dell'Undcp e' stata priva di qualsiasi enfasi, addirittura annunciata - dopo innumerevoli giorni di ritardo - in una delle settimane piu' disattente ai fatti della politica, quella del Festival canoro di Sanremo. Non vi sono tracce di critiche o reprimende. Solo la Farnesina ha cantato vittoria, definendo la nomina di Costa un "successo". Sulla stampa nazionale di destra o di sinistra, poco o niente.
Irreversibilmente compromessa dall'eredita' di Pino Arlacchi, la decisione di Kofi Annan e la "vittoria" italiana sono attese adesso alla prova dei fatti. Costa e' senza dubbio una persona che piu' dell'appoggio del Governo italiano ha trovato la sua carta vincente nell'equilibrio dei compromessi che si agitano all'interno del Palazzo di Vetro. Si dice inoltre che l'esperienza e' il nome che tutti danno ai propri errori, e l'esperienza italiana alla guida dell'Undcp ha confermato pienamente questo aforisma. Il neo direttore dell'Undcp vanta un passato di indagini in materia di riciclaggio dei capitali criminali, di segreto bancario e di corruzione. Un passato che potrebbe far dimenticare Pino Arlacchi e le accuse a lui rivolte di nepotismo, mancanza di trasparenza finanziaria e licenziamenti arbitrari di collaboratori, pesanti accuse - tuttora in attesa di risposte ufficiali - che hanno malamente scandito il suo mandato. L'Italia nel complesso puo' cantare una vittoria molto risicata, ottenuta grazie alle sue quote di finanziamento Onu, ma comunque soggetta alle verifiche che la comunita' internazionale si aspetta con il nuovo mandato. Il dopo-Arlacchi sara' tutto in salita per l'Italia; i passi falsi le verranno addossati come prova di ormai piu' volte provata incapacita' gestionale, mentre le eventuali vittorie saranno un gradito raccolto dell'astuta politica di Kofi Annan. Questa e' la vera eredita' di Pino Arlacchi!
A questo punto e' forse utile osservare come la scelta di Kofi Annan sia il frutto di una rinnovata autonomia decisionale del Segretariato Generale dell'Organizzazione. La rosa dei candidati era ampia e frutto di mesi di intenso lavoro diplomatico. Da una parte le forti pressioni Usa per prendere in mano l'agenzia viennese e per far si' che con l'Undcp si realizzasse un generale monopolio statunitense di azione della lotta alla droga e al terrorismo nel mondo. Dall'altra la tendenza di molte Nazioni, specialmente quelle asiatiche, di allontanarsi dalla strategia "imperialista", realizzando un programma di azione che privilegiasse i rapporti diretti tra Stati produttori di sostanze stupefacenti ed Organizzazione. Una teoria di frammentazione di programmi ed azioni, contemporaneamente blindando -con un candidato a loro favorevole: l'anglo-iraniano Hamid Ghodse - l'Agenzia anti-droga dell'Onu. Il candidato che poteva riscontrare le simpatie Usa e in particolare quelle della potente Dea -la vera sconfitta di questa lotta di potere tutta interna al Palazzo di Vetro- e' stato misteriosamente "bruciato" da una serie di chiassose interviste dal chiaro intento programmatico, ben prima che qualsiasi decisione fosse stata presa. Come non notare che quest'ultimo candidato, il generale colombiano Rosso Jose' Serrano, ha segnato la sua sconfitta anche grazie all'attiva sponsorizzazione di Pino Arlacchi: "Il generale Serrano e' un candidato che gode di molto prestigio in Europa, per il suo lavoro e il successo nella lotta contro i cartelli della droga che porto' avanti quando era direttore della Polizia Nazionale colombiana, e inoltre ho capito che puo' contare sull'appoggio degli Stati Uniti (El Espectador, Colombia, 3 marzo 2002)".
La candidatura di Alberto Michelini era forse la vera candidatura italiana, ma e' caduta per innumerevoli motivi, primo fra tutti quello della completa mancanza di un adeguato curriculum del deputato di Forza Italia. Non possiamo non osservare come Kofi Annan abbia anche in questo caso saputo rimuovere questa candidatura con una decisa spallata a tutto scapito dell'appoggio che Michelini e il Governo Berlusconi avevano ottenuto dall'Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite. La rimozione dall'attuale incarico di Amedeo De Franchis, il terzo candidato italiano, avrebbe aperto un nuovo capitolo su chi nominare come rappresentante italiano presso l'Alleanza Atlantica, capitolo che in presenza dell'interim di Berlusconi agli Esteri e dei processi di riforma organizzativa all'interno della Farnesina, si sarebbe presentato decisamente inopportuno. Per concludere la lista, va chiaramente detto che la candidatura della numero due dell'Onu, Louise Frechette, era di quelle che vengono definite "di servizio", realisticamente non praticabili, ma utili a distrarre l'attenzione, mentre le feluche della diplomazia cucivano il compromesso.
Le prime dichiarazioni di Antonio Costa dimostrano come egli si schieri dalla parte del Segretario Generale delle NU. A Radio 24-Il Sole 24 Ore, Costa annuncia le sue priorita': ristrutturazione dell'ufficio, lotta al riciclaggio del denaro sporco, problema del terrorismo e degli stati "canaglia". In altre parole la realizzazione della teoria dell'equilibrio e del compromesso tra le diverse fazioni, tradotto altresi' in un profilo basso almeno nella parte specifica della Guerra alla Droga: eradicazione delle colture ad oppio, finanziamenti agli Stati per la conversione ecc.. Le limitate risorse dell'Undcp saranno il vero problema dell'Agenzia anti-droga a cui e' affidato inoltre il compito scientifico di valutare le politiche internazionali sulle droghe e di promuovere un programma comune coordinando tra loro le politiche nazionali, senza pregiudizi ed esaminando le indicazioni che sul fallimento del proibizionismo provengono da Paesi come Olanda, Germania, Svizzera, Spagna e Gran Bretagna. Passeranno alcuni mesi, necessari al rodaggio e (a seguito delle tragedie arlacchiane) alla ristrutturazione dell'ufficio di Vienna, ma numerosi saranno i test validi per capire sia il cammino dell'Undcp che quello del vero dominus della nomina di Antonio Costa, cioe' il Segretario Generale Kofi Annan: a partire proprio dal "caso Boris Znamenski", sospettato dalla magistratura austriaca di connesioni con la mafia georgiana e ufficiale di collegamento dell'Undcp con le organizzazioni non governative, dalla legalizzazione delle droghe leggere fino agli esperimenti di somministrazione controllata di eroina a scopi terapeutici. Per ora l'applauso va a Kofi Annan, ma il loggione e' anche pronto a fischiare.