A pochi giorni dalla nomina del nuovo direttore dell'Undcp, due sono le notizie che possono rivelarsi anticipatrici dell'esito finale. Sappiamo che cinque sono i potenziali sostituti di Pino Arlacchi alla guida del Programma Anti-droga delle Nazioni Unite: tre italiani, un colombiano ed un iraniano, naturalizzato britannico. E si sa che quando un Governo, come ha fatto quello italiano, formalizza addirittura tre candidature (Alberto Michelini, Amedeo De Franchis e Antonio Costa), e' perche' si vuole assicurare il nulla di fatto nella gestione dell'operazione: tre nomi proposti equivalgono a nessuno. Ma cosi' facendo salva la faccia ed aggira i problemi dei rapporti interni alla coalizione e quelli esterni con le opposizioni. Il candidato colombiano, Rosso Jose' Serrano, invece non detiene nemmeno il crisma della candidatura governativa, essendo stato proposto solo da due deputati americani. Sappiamo inoltre che pur potendo l'Italia rinunciare alla sostituzione di Arlacchi, la carica di direttore dell'Undcp non puo' lasciare il vecchio continente, a causa dei delicati problemi diplomatici interni alle Nazioni Unite.
Kofi Annan ha appena concluso una visita ufficiale in Iran. Il protocollo lo ha fatto incontrare con i massimi vertici dello Stato: l'Ayatollah Khameini e il presidente Khatami. E ha stupito non poco gli osservatori internazionali rilasciando dichiarazioni sul ruolo dell'Iran, che per Kofi Annan "e' molto importante per assicurare pace e stabilita' al vicino Afghanistan e per combattere il traffico di stupefacenti". Iran quindi alla ribalta. Solo pochi giorni prima il direttore dell'"Iranian Drug Control Headquarter", Mohammad Fallah, interrompendo un lungo digiuno di relazioni internazionali, si e' incontrato con i colleghi uzbeki ed ha illustrato loro i successi raggiunti nella lotta al narco-traffico, e -aspetto non secondario- si e' dichiarato convinto di persuadere il vicino Afghanistan ad interrompere le coltivazioni ad oppio. Come non notare l'assonanza tra i due eventi: i problemi del vicino Afghanistan del dopo Taliban. Tralasciando le implicazioni di natura politico-militare, ma ricordando come le Nazioni Unite siano state tagliate fuori dai programmi internazionali di ricostruzione, possiamo pero' sottolineare come l'Afghanistan che sorgera', privo nella forma e nelle dichiarazioni ufficiali, delle colture a oppio, non possa far altro che rilanciare l'Undcp del dopo-Arlacchi. L'Onu esce dalla porta della ricostruzione, ma rientra dalla finestra Undcp. Con questa un po' spregiudicata iniziativa, Kofi Annan potrebbe raggiungere il principale obiettivo, propedeutico alla sostituzione di Arlacchi: concretizzare i programmi e le responsabilita' dell'Undcp nell'aerea, stabilire altresi' una continuita' operativa col passato ed occultare i fallimenti arlacchiani. Una vecchia "War on Drugs" finisce vittoriosa tra Kabul e dintorni, in affidamento iraniano, mentre una nuova prende il via nel Sud-est asiatico. Kofi Annan, se riuscira' a portare fino in fondo questa operazione, si togliera' anche una soddisfazione nei confronti degli Usa, da anni in aperto conflitto con il Segretario Generale.
Raggiunto l'obiettivo politico, al segretario generale dell'Onu non rimarrebbe altro che nominare il nuovo direttore dell'agenzia anti-droga. Hamid Ghodse, uno dei cinque candidati, e' il presidente dell'Incb (International Narcotic Control Bureau), organismo Onu, con sede a Vienna, incaricato di promuovere l'applicazione, attraverso i Governi, dei trattati internazionali sul controllo delle droghe. Hamid Ghodse e' quindi un alto funzionario fedele all'Onu, per di piu' in sintonia con la gestione Arlacchi, sinergica ai nuovi obiettivi di Kofi Annan. Inoltre Ghodse e' iraniano, ma anche naturalizzato britannico. L'Europa dei Governi e della Commissione manterrebbero con questo compromesso il controllo sull'Undcp, aprendo addirittura ad un Paese, l'Iran, che gli Usa non negano essere un delicato problema diplomatico. La quadratura del cerchio.
Da anni ci si chiede: ma a cosa serve l'Undcp? Prudentemente crediamo di aver dato qualche risposta. A tutto fuorche' agli obiettivi che dovrebbero essergli propri.