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Perché non legalizzare le droghe. Una buona ragione: tutti i trafficanti vogliono fare soldi, in qualunque modo
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Articolo di Javier Pérez de Cuéllar*
23 novembre 2014 16:47
 
Non ho dubbi: e' chiaro che i danni causati dal traffico di droghe sono molto superiori a quelli che sarebbero causati da una loro completa legalizzazione. Con il totale collasso della giustizia e delle prigioni, coi costi che questo comporta, il narcotraffico crea una serie di mafie, organizzazioni parallele e situazioni di associazioni di malfattori che penetrano molto profondamente nella struttura degli Stati, alimentando una spirale di corruzione molto difficile da individuare, cosi' come si sta tristemente vivendo in Messico.
È la proibizione delle droghe, quindi, un atto di testardaggine? Proibire le droghe, e' un errore di calcolo o una semplice cecita'? Puo' darsi, ma non e' cosi' semplice.
Nella sua stupenda opera “Dalla genesi al genocidio” Stepehan Chrover analizza, come primo approccio, il motivo per cui i governi preferiscono mantenere le droghe nella clandestinita', con la consapevolezza dei problemi che vengono creati. Dopo questo libro, mi sono interessato anche ad altri del genere, e vorrei ora spiegare l'idea:
Sembra fuori di ogni dubbio che in qualunque societa' ci sono individui disposti ad osservare le norme di convivenza e altri che preferiscono sfruttare i propri concittadini per ottenere vantaggi personali nell'ambito della vita quotidiana. Uno dei principali compiti dello Stato e' identificare questi ultimi e rendere la loro vita piu' difficile possibile, in difesa dell'interesse generale.
La criminalizzazione del traffico di droghe serve essenzialmente per identificare i soggetti antisociali che considerano piu' facile e lucrativo vivere ai margini della legge che cercare di integrarsi nel sistema economico. Il traffico di droghe e' rischioso (soprattutto perche' e' perseguito penalmente) ma e' comodo, e molto lucrativo. L'idea dello Stato e', precisamente, identificare e condannare coloro che hanno un modo di vivere al di fuori della legge, ma lucrativo e senza lavorare. Questo serve per segnalare i potenziali delinquenti.
Coloro che vivono del traffico di droghe, secondo questa tesi, non si trasformerebbero in onorati cittadini qualora le droghe fossero legalizzate: dopo queste, troveranno un altro modo per procurarsi molto denaro senza sforzi, per cui e' molto probabile che passerebbero direttamente a scassinare appartamenti, sequestri e altri reati. Quindi, legalizzare le droghe non farebbe diventare onorate queste persone ma le porterebbe a commettere reati piu' gravi pur di conseguire maggiori introiti.
E perche'? Perche' il fine ultimo di buona parte di queste persone non e' trafficare con le droghe, ma di guadagnare molto denaro con pochi sforzi. Se si consente il traffico, le droghe finiranno per non essere interessanti per loro, perche' non erano il loro scopo, e si indirizzeranno a guadagnare in altri ambiti criminali con altre modalita' sempre da parassiti, socialmente piu' pericolose.
La tesi che sostiene questa dinamica e' che nei luoghi in cui e' stato consentito il traffico, sono aumentati i sequestri, le estorsioni e le rapine. E perche'? Perche' le organizzazioni criminali che si dedicavano ai traffici sono riuscite ad avere i propri introiti con altre attivita'. Nello stesso modo, quando fu levata la Legge Seca in Usa, le organizzazioni mafiose non si dissolsero, poiche' il loro obiettivo non era vendere whisky, ma guadagnare denaro, e cosi' passarono alle droghe, alla prostituzione o direttamente alle estorsioni nei confronti di piccoli commercianti.
Per cui, quando sosteniamo che legalizzando le droghe si ridurrebbe la delinquenza, dobbiamo pensare che i trafficanti, o parte di essi, si dedicheranno ad altre attivita' con cui la delinquenza dovra' far riferimento ad articoli del Codice Penale piu' nocivi, pericolosi e violenti.
Perche' alla fine e dopo, gli importa a qualcuno che la' fuori si vendano pochi grammi di cocaina? Quello che importa e' avere un motivo per mettere in galera chi e' disposto a convivere con questo.

* gia' segretario generale Onu dal 1982 al 1991, gia' capo del Governo e ministro degli Esteri del Peru' dal 2000 al 2001

(articolo pubblicato sul quotidiano L'Opinion de Zamora del 23/11/2014)
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