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Pesticidi in agricoltura. Perche’ la riduzione e’ possibile
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Articolo di Redazione
28 febbraio 2017 17:52
 
 Ridurre drasticamente il ricorso ai pesticidi senza alterare i rendimenti agricoli e i guadagni degli agricoltori? E’ possibile, assicurano i ricercatori francesi che hanno pubblicato, lo scorso 27 febbraio nella rivista Nature Plants, le conclusioni di una analisi statistica di un’ampiezza inedita.
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Nicolas Munier-Jolain, ricercatore all’Institut national de la recherche agronomique (INRA) di Dijon e coautore di questi lavori: “Da un lato ci sono aspetti che assicurano che l’agricoltura convenzionale utilizza ormai troppi pesticidi e che e’ possibile ridurli senza impatti negativi e dall’altro, spesso in alcuni ambienti agricoli, c'e' chi pensa che un calo dell’uso di pesticidi porterebbe a far calare i rendimenti o a tagliare i guadagni degli agricoltori”.
“Riduzione del 37% degli erbicidi”
I risultati sono eloquenti. In solo il 6% delle aziende agricole esaminate, i ricercatori hanno individuato un legame positivo tra uso intenso dei pesticidi e rendimenti agricoli elevati. Considerando anche la redditivita’ economica delle aziende agricole, gli autori dicono di non aver individuato “nessun conflitto tra basso uso dei pesticidi e un’alta produttivita’ nonche’ un’alta redditivita’ nel 77% delle fattorie del campione esaminato”.
“Stimiamo che l’uso complessivo dei pesticidi potrebbe essere ridotto del 42% senza nessun impatto negativo nel 59% dei casi”. “Questo corrisponde ad una riduzione media del 37% degli erbicidi,del 47% dei funghicidi e del 60% degli insetticidi”. …..
Per giungere a queste conclusioni, Martin Lechenet (Agrosolutions), Nicolas Munier-Jolain e i lorocolleghi hanno utilizzato una base di dati mettendo insieme le informazioni, raccolte in tre anni, su pratiche e rendimenti di circa un migliaio di aziende agricole specializzate in grandi coltivazioni. Queste aziende appartengono alla rete Dephy,creata nell’ambito del piano governativo Ecophyto destinato a ridurre i pesticidi. Esse coprono l’insieme del territorio francese e rappresentano una grande diversita’ di coltivazioni, di pratiche agricole, etc..
“Gia’ disponibile”
Forti della grande quantita’ di dati -”secondo me senza equivalenti nel mondo”, precisa Munier-Jolain- i ricercatori hanno comparato l’uso di input chimici e i rendimenti delle aziende agricole vicine, che producevano le stesse coltivazioni in un clima identico. Essi ne hanno dedotto la relazione -debole e inesistente nella maggior parte dei casi- tra la frequenza dei trattamenti e i rendimenti. A partire da queste differenti variabili, ne hanno dedotto la redditivita’ economica di ogni fattoria.
“Questi risultati sono di una importanza maggiore perche’ suggeriscono che la riduzione dei pesticidi e’ reale e gia’ accessibile agli agricoltori francesi, senza nessun costo finanziario, nella maggior parte dei casi”, dice Vasileios Vasileiadis, ricercatore all’Istituto di bologia agroalimentare e forestale di Legnaro (Italia), in un commento pubblicato dalla rivista. “E questa conclusione si e’ ottenuta grazie all’uso di una enorme quantita’ di dati”.
Altri lavori simili sono stati di recente pubblicati, giungendo a conclusioni analoghe. Un’équipe di ricercatori guidata da Sabrina Gaba (INRA) e Vincent Bretagnolle (CNRS) ha anche pubblicato, a luglio 2016 nella rivista Scientific Reports,un’analisi dei dati estratti da 150 campi di grano gestiti da 30 agricoltori. “Non abbiamo identificato dei legami tra l’uso di erbicidi e i rendimenti agricoli ottenuti. Cosa che e’ complessivamente coerente con questi nuovi risultati”.
Diversificazione delle produzioni
“Il messaggio del nostro studio e’ che e’ possibile abbassare il ricorso ai pesticidi, e questo non e’ dire che sia necessariamente una cosa semplice”, dice Munier-Jolain. “Questa transizione passa attraverso una complessita’ delle operazioni, essenzialmente attraverso una diversificazione delle produzioni”.
In effetti, aggiunge il ricercatore, le principali leve che potrebbero permettere un calo dei pesticidi sono la rotazione delle coltivazioni, una piu’ grande diversita’ delle varieta’ coltivate, il controllo meccanico delle erbacce, etc. E gli allevamenti meno intensivi in chimica sono quelli che si basano su dei sistemi di policoltura.
Uno degli effetti benefici di una tale diversificazione potrebbe essere di aumentare l’indipendenza degli allevamenti in proteine vegetali destinate all’alimentazione animale. “Oggi, gli allevatori francesi sono molto dipendenti dalla soia americana, ricorda Munier-Jolain. Una transizione verso sistemi meno dipendenti dai pesticidi potrebbe quindi avere, indirettamente, un impatto sul bilancio commerciale della Francia e i mercati mondiali”.
Troppo facile? Per niente. “Non e’ facile convincere gli agricoltori a rendere piu’ complessa la loro produzione, anche se c’e’ una identica redditivita’. Inoltre il coltivatore non e’ solo nella catena di produzione: le procedure devono aver corso, al fine di garantire sbocchi per una produzione più diversificata".

(articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 28/02/2017)
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