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Portogallo. Dibattito aperto sulla politica antidroga, ma la scelta e' irreversibile
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Articolo di Donatella Poretti
18 novembre 2001 21:13
 
A luglio dell'anno scorso il Portogallo aveva modificato la propria legislazione in materia di droghe, depenalizzando il consumo e il possesso di piccoli quantitativi di stupefacenti. La modifica era stata richiesta a gran voce da intellettuali e medici, ma ancora ci sono opinioni contrarie.
Invece della prigione com'era poco piu' di un anno fa, oggi in Portogallo se si viene trovati con dei modesti quantitativi di droghe, presumibilmente per uso personale, si incorre in una serie di sanzioni amministrative molto severe. Si deve infatti essere sottomessi al giudizio di una commissione che decretera' le modalita' di disintossicazione, nonche' la posssibilita' dell'obbligo di prestare servizi sociali e il pagamento di una multa.
Questa commissione di assistenza ai consumatori di droghe composta da uno psicologo, un assistenze sociale e un avvocato, decide caso per caso quale sia la soluzione migliore e piu' adatta a seconda del malcapitato, che comunque dovra' sottomettersi ai trattamenti di disintossicazione, alle volte accompagnati anche dal divieto di frequentare certe zone o certi ambienti.
Ma almeno per i partiti di opposizione, la legge e' troppo "blanda". C'e' perfino chi ipotizza scenari catastrofici per il Paese che potrebbe essere invaso da un'ondata di "turisti delle droghe". Il leader del partito Popolare, Paulo Portas, polemicamente sintetizza in uno slogan il rischio: "stiamo offrendo, sole, spiagge e qualunque droga che vi piaccia".
Tuttavia il principio di considerare il consumatore di droghe non come un criminale, ma al massimo come una persona che ha bisogno di aiuto e di cure, e' ormai diffuso in tutta Europa, percio' la strada sembra irreversibile anche per il Portogallo, come sottolinea Danilo Ballotta, un assistente giuridico del Centro di Monitoraggio delle Droghe e Dipendenze dell'Ue, con sede a Lisbona: "il principio europeo e' la terapia invece della punizione per possesso di droghe per uso personale".
Ma che la situazione del Portogallo non sia rosea lo ribadisce anche il responsabile delle politiche antidroga del Governo, Vitalino Canas. Non esistono neppure dei dati e delle cifre ufficiali, ma si stima che nel Paese ci siano tra 80 mila e 90 mila tossicodipendenti da eroina, pari all'uno per cento della popolazione. Un dato che e' superfluo sottolineare come altissimo. Canas nel difendere la scelta portoghese della depenalizzazione del consumo di droghe, ritiene che "i consumatori e la societa' in generale sono le vittime del crimine e non i criminali". La volonta' di combattere la droga si sta accompagnando ad una politica di riduzione del danno che spazia dai programmi di distribuzione gratuita di siringhe per limitare la diffusione di malattie infettive come l'Aids, ai centri di accoglienza con medici per i tossicodipendenti "senza tetto". Oltre alla riurbanizzazione di alcune zone che proprio a causa del loro degrado sono tristemente note per essere supermercati della droga. Il piu' famoso del Portogallo e' il quartiere di Lisbona Casal Ventoso, la cui ristrutturazione dovrebbe avvenire entro l'anno con un investimento di 106 milioni di Usd. Dal 1996 al 2000 in questo quartiere sono stati contattati 9.500 tossicodipendenti ai quali e' stato offerto sostegno medico-sanitario e appoggio sociale.
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