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Riduzione del danno: i ritardi dell'informazione e dell'Italia
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Articolo di Vincenzo Donvito
24 agosto 2001 11:15
 
Avremmo voluto non scrivere questa piccola riflessione, ma non farlo sarebbe come rassegnarsi. Stiamo parlando dell'avvio ufficiale, con tanto di imprimatur governativo, di una politica di riduzione del danno in Germania.
Una notizia che ha fatto il giro del mondo, non solo presso gli "addetti ai lavori" come, in un certo senso potremmo essere anche noi, ma anche nella grande informazione. La notizia c'e', lo stimolo per un confronto fra pro e contro altrettanto, i paragoni con cio' che e' stato fatto e detto in materia si sprecano .. ma in Italia e' come se non fosse accaduto. Non avremmo chiesto editoriali entusiasti e scatenamento di posizioni fra varie parti, ma la notizia, perche' ognuno potesse saperlo, farsi un'idea e, eventualmente, approfondire. Invece niente, con marginali eccezioni che confermano il niente.
Siamo preoccupati perche', se questa e' la considerazione che viene fatta di un momento a nostro avviso importante per il governo del fenomeno droga, ci sembra che ci siano tutte le prerogative perche', alla serenita' del confronto scientifico e della dialettica civica e politica, sia preferita l'improvvisazione, la levata ancestrale di scudi col richiamo all'integrita' dei propri convincimenti.
Nonostante questo, la Germania non potra' essere trattata come la Svizzera, dove a simili sperimentazioni le nostre autorita' hanno fatto gli gnorri, quasi a certificare il distacco culturale, storico e spocchioso verso la terra' dei ricchi banchieri. La Germania e' uno dei motori della Ue (a nostro avviso anche il principale), e il processo di integrazione comunitaria sembra che per il momento sia inarrestabile.
Ci dispiace che chi ci governa si accorgera' in ritardo (pagando ovviamente per il tempo perduto: loro e i malati di tossicodipendenza) di cosa puo' significare l'impegno dello Stato nella politica di riduzione del danno, e noi saremo in prima fila a farglielo notare.
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