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Senso civico, partecipazione e vita quotidiana, basta poco per fare qualcosa
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Articolo di Alessandro Gallucci
26 novembre 2014 11:09
 
Oggi, come periodicamente da qualche tempo, sono andato a donare il sangue nell’ospedale della mia città.
Da quando sono donatore preferisco andare la mattina presto per evitare file: non posso chiedere certificati per saltare una giornata di lavoro e preferisco far tutto sul presto così d’averla tutta a disposizione. A ben vedere non ho mai capito che senso ha rilasciare un certificato a tali fini, visto che la donazione non comporta nessun particolare fastidio fisico, anzi proprio nessuno. Ma questo è un altro discorso.
Solitamente all’inizio della giornata, si può donare dalle 8 di mattina, la sala di attesa non era mai vuota e nel giro di mezz’ora lo era ancor meno. Un buon segno, ho sempre pensato. Oggi non è stata così: alle 8 c’eravamo solo io ed un’altra persona. Mentre ero seduto sulla poltrona a donare ho chiacchierato con l’infermiera e le ho fatto notare questa cosa, ma lei non mi è parsa particolarmente turbata dalla circostanza. Dopo qualche minuto è entrata in sala una dottoressa, e chiacchierando con me e le infermiere diceva che ieri durante un intervento seguito ad un indicente stradale hanno rischiato di rimanere senza sacche di plasma. Che i malpensanti non credano che si trattasse di un maldestro tentativo di intenerirmi per fare di più; l’incidente è realmente accaduto ed i giornali on-line ne parlavano già ieri sera.
Mentre ascoltavo tutto ciò pensavo alle notizie ed ai fatti con i quali i media ci bombardano tutti i giorni; disaffezione verso la politica, situazione di cronica crisi economica, decadimento dei valori e del senso civico, difficoltà nella convivenza civile. E noi, nel frattempo, che cosa facciamo per rimediare a tutto ciò? Nella maggior parte dei casi, se proprio facciamo qualcosa, cambiamo canale, come dire… voltiamo le spalle. Ma non solo; non è raro che si trovi ad usare il senso di frustrazione ed impotenza da scudo per la nostra indolente inazione. Eppure non dovremmo salire sulle barricate e fare la rivoluzione, ma più semplicemente mettere in moto quel minimo di buon senso che ognuno di noi ha in sé (mai sentito dire ad una persona che difetta di buon senso). Non dobbiamo compiere gesti di eroico civismo, solamente atti di normale senso civico.
Fino ad adesso ho sempre e solamente donato il sangue intero e mai plasma o piastrine. Sentendo quel che ho sentito mi pare utile fare qualcosa in più e non fermarmi alle semplice donazione di “sangue intero”. Godo di buona salute, il personale dell’ospedale è molto attento e scrupoloso, la struttura accogliente ed efficiente; insomma non ho nulla da temere. Forse non c’era bisogno di questa “spinta”; me ne farò una ragione e terrò buona la lezione per il futuro.
Alle 8.40, quando sono andato via, non c’era nessuno ad aspettare e solamente una persona che si sottoponeva alla visita preliminare. Basta poco per fare qualcosa di positivo, ad esempio possiamo iniziare provando a riempire nuovamente e tutti i giorni quella sala.
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