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Siamo di tanti colori - mettiamoci l'animo in pace
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Articolo di Annapaola Laldi
13 giugno 2017 11:58
 
 Ha fatto scalpore nei giorni scorsi che tra i corazzieri di guardia al Quirinale per la visita di papa Francesco abbia fatto il suo esordio un carabiniere nero. Perfettamente cittadino italiano, benché di nascita brasiliana, perché adottato in tenera età, con la sorellina, da una coppia italiana, residente in Sicilia.
Che c’è di tanto strano? Ma lo sappiamo quanti sono i cittadini e le cittadine italiane che hanno la pelle di colore diverso da quella della maggioranza? Ammesso e non concesso che il colore prevalente della italica pelle sia proprio il bianco.
Ecco, a me pare che questo scalpore sia il segno di una nostra antiquatezza, di una nostra mentalità angusta, che continua a perpetuarsi, nonostante che la realtà che ci circonda sia davvero … multicolore, anche dal punto di vista metaforico. E’ la prima donna che … è il primo nero che … Non sarebbe il caso di darci un taglio e di smettere di far sentire strane queste persone che stanno solo facendo quello che ritengono meglio per sé e per la società?
E, sul filo di questo pensiero, mi è venuto in mente che, alcuni anni fa – era, ho scoperto, il 2012 – la guardia della regina d’Inghilterra si arricchì di una nuova divisa, o meglio di un nuovo copricapo. Accanto al secolare colbacco di pelo d’orso (data dal 1815), ecco il turbante di un sikh Non so se la stampa britannica abbia dato, all'epoca, tanto risalto alla cosa; semmai, ho letto, qualcuno chiese il perché di questa rottura della tradizione. Ma la guardia sikh rimase col suo turbante, anche quando fece da scorta alla regina. Come si vede nella immagine all’inizio di queste righe.
Il nostro giovane carabiniere è, invece, perfettamente vestito da corazziere, e quindi non vi  è stata alcuna deroga alla tradizione. Perché dunque, tanta curiosità e tanto scalpore? 
 
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