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SULLA MAGIA DELLA CIFRA TONDA. UNA VARIAZIONE SUL TEMA DELL'EURO
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Articolo di Annapaola Laldi
15 settembre 2001 0:00
 
A. "Quanto vale l'1, e il 2, il 3, il 5, il 10?"
B. "Che domande! Dipende da che cosa ci metti in quell'1, 2, 5...
Fra un bicchiere e uno stecchino da denti c'e' una bella differenza! Se poi lo stecchino fosse usato, varrebbe meno di zero (risatina di sufficienza). E' cosi' evidente!"
A. "Si', d'accordo. Ma... se l'orologio fosse di infima qualita' e lo stecchino fosse d'oro?"
B. (Silenzio)
A. "E ora domando: fra 1, 2, 5, 10, qual e' piu' grande?"
B. "E da'i! Ma lo dice la parola stessa. Che diamine, il 10! E' cosi' evidente?"
Gia'. Ma siamo sicuri davvero che tutta questa evidenza sia sempre cosi' ....evidente?

Vediamo un po' cosa puo' succedere fra poco (o sta gia' succedendo) nel campo dei soldi.
Siamo ormai alle porte del passaggio dalle monete nazionali all'Euro, un evento oggettivamente di enorme portata non solo sul piano economico, finanziario e politico, ma anche psicologico, ed e' proprio su quest'ultimo versante che qui da noi possono esserci difficolta' piu' gravi del previsto.
Come facevo notare in un articolo del 15 agosto , noi Italiani soffriamo, infatti, da una ventina di anni di quella che ho definito allergia agli spiccioli e sindrome dell'arrotondamento, un'abitudine inveterata che incide ovviamente anche sulla nostra psicologia.
Nella pratica quotidiana, siamo infatti abituati a considerare come "uno stecchino da denti usato", e cioe' pari a zero, tutte le unita' da 1 a 49 (e da 51 a 99). I resti cominciano con le 50 lire e le 100 lire.
Con il passaggio all'Euro, pero', mantenere questa attitudine psicologica puo' costarci piuttosto caro, proprio in termini di soldi, perche', se continueremo a rapportarci con l'1, il 2, il 5, il 10, il 20 ecc., considerando questi numeri privi di valore, come abbiamo fatto finora, in realta', questa volta, cio' che lasceremo nelle mani dei fornitori non sara' 1, 2, 5, 10 (lire), ma saranno 1, 2, 5, 20 centesimi di Euro, il che e' tutt'altro affare.
Non basta, infatti, ricordarci che 1 EURO equivale a 1936,27 lire, consapevolezza che, peraltro, non credo sia del tutto scontata. Bisogna farne anche discendere la logica conseguenza, e cioe' questa:
1 centesimo di Euro non e' un "niente", come 1 lira attuale, ma sono quasi 20 lire (19,36 lire, per l'esattezza), e, per arrivare alle fatidiche 50 lire, con cui attualmente cominciano i resti, bastano poco piu' di 2,5 centesimi di Euro. E' cosi' che 10 centesimi sono 193 lire abbondanti, e per fare 500 lire bastano 26 centesimi scarsi di Euro. Ciascuno puo' continuare a suo piacimento.
A questo proposito voglio anche aggiungere che, data la nostra psicologia che considera l'1 un "niente", anche il rapporto con 1 Euro (=1936,27) non sara' cosi' indolore. Non ci sara', per caso, qualcuno che, per dolo o per superficialita', invitera' il cliente a non fare caso alla cifra: "Ma cosa vuole che sia UN Euro!?!", e il cliente, perche' proprio sprovveduto o solo momentaneamente smarrito, fara' eco: "Ma, si', certo, per UN Euro, guarda li'!", e paghera' in un sol colpo quasi quattrocento lire in piu' quello che magari gli sarebbe costato solo 80 centesimi (1.550 lire)?
Quante volte potra' accadere questo giochetto? Quanti assalti all'arrotondamento anche a 2, 3, 10, 15 Euro eccetera, ci tocchera' subire? Quanti ne sapremo sventare?
L'ingresso dell'Euro nella nostra vita esige, dunque, un cambiamento radicale della nostra mentalita' e un'attenzione oltremodo vigile (e non solo, credo, nei primi tempi), per non pagare veramente troppo cara questa transizione. Facendo quasi violenza a noi stessi, alla nostra simpatia per le cifre tonde, dobbiamo fin d'ora chiederci anche se gli arrotondamenti che si profilano all'orizzonte su prezzi e tariffe siano davvero necessari come ci vogliono far credere - e come anche noi, per l'abito psicologico che abbiamo, siamo molto propensi a credere.
La prima domanda puo' suonare cosi':
A che cosa serve davvero la CIFRA TONDA?
La risposta e' che facilita le operazioni di pagamento, facendo risparmiare tempo.
(Per la precisione, va detto che questo problema se lo stanno ponendo anche in altri Paesi europei. Ho letto, ad esempio, che in Francia, il prezzo del quotidiano "Le Monde" ha subito recentemente l'aumento di 40 centesimi di franco, cioe' 118 lire per portarlo il piu' vicino possibile a quello di 1 Euro. -La stessa logica, anche se un po' meno costosa, di quella seguita dall'ATAF, l'azienda trasporti di Firenze, che ha aumentato in un colpo solo di 500 lire il biglietto della corsa urbana, portandolo a 2000 lire (1,03 Euro) per poterlo trasformare, il 1 gennaio 2001, in 1 Euro tondo-. Bisogna pero' anche aggiungere che negli altri Paesi europei non c'e' stata finora la mania della cifra tonda come da noi. E che il fatto che adesso spiri anche li' questo vento, non garantisce che sia un buon vento. Bisognerebbe, infatti, avere dei dati certi, provati, sui vantaggi effettivi di questa prassi anche per i consumatori).
Ma e' proprio vero che la cifra tonda elimina i resti?
Quando mai?
Puo' eliminare il resto degli spiccioli, ma se pago il prezzo di 1 Euro con una banconota da 10, ecco che il resto me lo devono fare, e il risparmio di tempo e' sfumato.
In realta', a pensarci proprio bene, il RESTO e' inerente al denaro. Per eliminare i resti, bisognerebbe eliminare il.....denaro. Fermo restando, pero', che adesso il denaro esiste e dovremo tenercelo forse per un altro po' di tempo, tanto vale fare i conti con in resti -in senso reale e figurato.
In primo luogo, con l'Euro ci assicurano che avremo a disposizione un numero sufficiente di monete da 1, 2, 5, 10, 20, 50 centesimi, e quindi non ci saranno difficolta' di reperimento degli spiccioli. La fatidica frase: "Dotto', non ho spicci", non avra' piu' ragion d'essere se non per la pigrizia del commerciante.
In secondo luogo, quando si fanno gli acquisti specialmente per la vita quotidiana, e' facile che si comprino piu' oggetti nello stesso tempo, e quindi il conto e' sempre uno solo, uno solo l'eventuale resto. L'arrotondamento del prezzo dei singoli oggetti e' dunque per piu' motivi una autentica soperchieria, diciamo pure un vero ladrocinio, che non diventera' legittimo per il semplice fatto che tutti ci si adegueranno. Anzi.
Lo stesso vale per le tariffe e per tutto quanto si puo' pagare alla posta o in banca. Con la garanzia della presenza degli spiccioli, inoltre, non si vede piu' neppure la necessita' degli attuali arrotondamenti compensativi che ci arrivano sulle bollette.
Infine, dato che viene rilasciato lo scontrino fiscale, dare il resto non rappresenta affatto uno spreco di tempo, perche' di solito questo tempo coincide con quello che occorre alla stampa dello scontrino. Semmai, e' vero il contrario. E' pagando coi soldi contati che vi e' un tempo morto, in attesa che il registratore di cassa faccia il suo lavoro.
Resterebbe il problema dei distributori automatici, che, peraltro, gia' ora sono abilitati a ricevere 3 o 4 tipi di monete e due o tre tagli di banconote. E allora, dov'e' davvero il problema? Dato che devono essere comunque adeguati alle nuove monete, che questo adeguamento riguardi le nuove pezzature almeno dai 10 centesimi di Euro. Non dovrebbe essere uno sforzo immane. Senno', qual e' il vantaggio per noi di tutta la nostra decantata tecnologia?
La seconda domanda e' questa: ammesso che in certi casi la cifra tonda faccia risparmiare qualche secondo nell'operazione di pagamento, questo risparmio e' davvero tale anche per il consumatore o non e', per lui, un vantaggio illusorio, pagato un prezzo fin troppo caro in moneta sonante?
Ammettiamo pure che la magica cifra tonda porti un qualche risparmio di tempo. Dobbiamo riconoscere che ci sara' un certo numero di persone che paga col denaro contato (cosa pero' che puo' avvenire con qualsiasi cifra; e' solo questione di organizzazione).
Anche a prescindere dal fatto che il resto e' inerente all'uso del denaro, per poter dire che la cifra tonda arreca qualche corposo vantaggio in termini di velocita' delle transazioni, cioe' un effettivo risparmio di tempo che possa compensare il maggiore esborso in termini monetari, occorre avere dati certi e non affidarsi alle sensazioni, che sono sempre molto aleatorie e soggettive.
Sono state fatte analisi approfondite di questo genere? Sarebbe bene saperlo, e, in caso affermativo, avere i risultati.
E se tali analisi non fossero state ancora eseguite, ecco un'ottima occasione per fare studi accurati nel settore. Puo' anche darsi che ne escano delle sorprese, e io sono curiosa, e vorrei sapere come stanno davvero le cose.
E dunque, senza un riscontro meno aleatorio delle semplici sensazioni che sono le uniche di cui, mi pare, disponiamo adesso, sara' bene fare i calcoli con la nostra mente e la nostra calcolatrice e verificare quanto dovremmo pagare di piu' per godere della magia della cifra tonda. E se il responso fosse -come pare a me- di perdita netta, perche' non prendere carta e penna (o tastiera e mouse) e scrivere a coloro a cui sono demandati decisioni e controlli, cioe', per esempio, ai Sindaci e al Ministro dell'Economia e delle Finanze, per far loro sapere che il 1 gennaio 2002 ci aspettiamo che i prezzi in euro corrispondano esattamente a quelli indicati in lire il 31 dicembre 2001, e che, nel frattempo, vigilino perche' non aumentino quelli in lire?
Il tempo stringe. Usiamolo al meglio.


Allegato:
La lettera che segue l'ho inviata al Sindaco della citta' dove abito. La riproduco come semplice esempio da personalizzare e adattare a seconda dei gusti.

Egregio Signor Sindaco,
avvicinandoci al momento in cui passeremo dalla lira all'euro, sento dai mass-media che anche i Sindaci sono in prima linea su questo fronte, perche' devono dire una parola sull'argomento per quanto riguarda alcune tariffe.
Sento anche che uno dei problemi piu' discussi riguarda l'arrotondamento dei prezzi in euro per "facilitare le cose" a chi deve riscuotere e a chi deve pagare.
La cosa mi preoccupa non poco, e quindi desidero sottoporre alla Sua riflessione le considerazioni che seguono, certo/a di trovare in Lei un interlocutore attento, disponibile alla ponderazione, e magari anche capace di farsi alfiere di una posizione che adesso sembra controcorrrente.
Non Le sfuggira' che, passando all'Euro, COMUNQUE gli utenti-consumatori si troveranno a far fronte a dei rincari di tutti i prodotti e i servizi.
Infatti, se prendiamo un oggetto che oggi costa 1000 lire, vediamo che, nella conversione vale 0,516 euro, e, poiche' qui l'arrotondamento e' necessario, il suo prezzo nella nuova valuta, sara' 0,52 euro.
Pero', se a questo punto facciamo l'operazione inversa e riconvertiamo 0,52 euro in lire, troviamo che questa cifra corrisponde non alle mille lire di partenza, ma a Lit.1006,86. Quindi, in questo caso, per il consumatore la merce o il servizio e' rincarato di quasi 7 lire. Se abbiamo la pazienza di seguire questo gioco in tutti i prezzi di merci e servizi , a cui ciascuno e' interessato, vediamo che, alla fin dei conti, la cifra che ciascuno di noi sborsera' in piu' per il semplice fatto di passare dalla lira all'euro, avra' una certa rilevanza.
Ma, forse, questo rincaro e', diciamo cosi', fisiologico, perche', per annullarlo, dovremmo effettuare la conversione utilizzando ben piu' dei tre decimali concessi dalla normativa vigente.
Vi e' pero' un altro rincaro, che sta dietro l'angolo, e che si preannuncia ancora piu' forte e piu' iniquo, oltreche' assolutamente superfluo. Ed e' quello dettato dalla smania della cifra tonda, dal rifiuto del "resto", malattia di cui noi Italiani soffriamo da circa vent'anni, con la complicita' dello Stato che, a un certo punto, smise di coniare le monete da 5, 10 e 20 lire.
Pero', adesso, l'alibi che "non ci sono spiccioli" non reggera' piu', perche' le monete da 1, 5, 10, 20 centesimi di Euro sono previste e vengono coniate e distribuite, e quindi gli spiccioli ci saranno. E allora, perche' affannarsi ad "arrotondare" i prezzi e le tariffe -naturalmente verso l'alto, in nome di una comodita', di una praticita' che, a ben guardare, e' molto, ma molto aleatoria -e, oggi, con l'Euro troppo costosa?
Perche' e' bene ricordare che, se con la lira, gli arrotondamenti si fanno fra 1 e 49 lire, cifre che, nella pratica, sono ormai diventate (scioccamente e illecitamente, da un punto di vista economico-finanziario) pari a zero, con l'Euro, gia' l'arrotondamento di 1 centesimo significa un esborso in piu' di circa 20 lire attuali, e bastano poco piu' di 2 centesimi e mezzo per raggiungere le 50 lire.
Allora, per cortesia, manteniamo i prezzi come sono, nella ATTUALE corrispondenza' lira-euro, che sta scritta su ogni cartellino del prezzo di una merce, su ogni bolletta e tariffario di prezzi.
Anche cosi', come gia' dimostrato, l'utente-consumatore dovra' pagare di piu'. Non aggiungiamo la beffa dell'arrotondamento per comodita', perche' e' un pericoloso precedente che puo' portare a una continua e pesante lievitazione dei prezzi.
Accanto al pericolo dello spaccio di banconote e monete false, accanto al pericolo delle truffe, specie ai danni delle persone piu' deboli e sprovvedute, va messo, a mio avviso, quest'altro pericolo di uno strisciante aumento dei prezzi che non puo' assolutamente valere i cinque-dieci secondi in piu' che potranno trascorrere mentre si fa un resto. Tanto i resti ci saranno sempre. L'unico modo per farli scomparire dalla faccia della terra ... e' abolire il denaro. Ma questo credo non sia nell'agenda di nessuna amministrazione ne' comunale ne' nazionale, ne' transnazionale.
Tenere conto di questo aspetto e', a mio avviso, un contributo concreto al buon andamento dell'economia generale del nostro Paese, oltre che, naturalmente, il segno di un rispetto reale nei confronti dei cittadini-utenti.consumatori, che non potra' non essere apprezzato in ogni senso da chi non si ferma alla superficie delle cose, ma va piu' in profondita'.
La ringrazio dell'attenzione e Le porgo cordiali saluti.
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