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La teoria economica del 'populismo'
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Articolo di Primo Mastrantoni
2 maggio 2017 13:02
 
 Bisognerebbe leggerlo questo report sulla teoria economica del cosiddetto "populismo" (1). Un lavoro a più mani di sette economisti le cui conclusioni sono inquietanti: come si precipita un Paese nel baratro. 
Vediamo le fasi della teoria economica del "populismo".
In un primo periodo si incrementa la spesa pubblica, aumenta la produzione e l'occupazione ma si tengono sotto controllo i prezzi. Si consegue un boom economico che rende felici i cittadini. Nel secondo periodo, pero', a causa dei prezzi bassi, si crea malcontento nei produttori e, in più, le barriere doganali elevate rendono costoso l'approvvigionamento di beni esteri. I prodotti scarseggiano e gli interventi sociali estesi fanno aumentare il debito pubblico. Ci sono i soldi ma non i beni, classica situazione da mercato nero. Nel terzo periodo la mancanza di beni si estende, l'inflazione sale, i capitali espatriano, il valore dei salari precipita e l'economia sprofonda. Teoria? No, perchè è in sostanza quello che si sta verificando in Venezuela. Nel quarto periodo, a causa dei disastri economici, il governo "populista" cade, si svolgono nuove elezioni, con la formazione di un nuovo governo che tenta di rimettere ordine nei conti con provvedimenti impopolari che, tuttavia, fomentano la ribellione, il che determina una crisi governativa e nuove elezioni; i risultati portano alla vittoria dei "populisti" che, nel ricordo dei cittadini, avevano portato, tanto benessere nella prima fase, dimenticando quelle successive. 
Il ciclo, inesorabilmente, continua. 


 (1) EEAG (2017), The EEAG Report on the European Economy, Economic Policy and the Rise of Populism It's Not So Simple,
CESifo, Munich 2017
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