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Usa. War on drugs: misfatto bianco
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Articolo di Benedetta Marziali
28 settembre 2001 21:13
 
La lista sta progressivamente aumentando, la politica statunitense della lotta alla droga aggiunge una voce all'elenco dei danni "sponsorizzati". Il j'accuse viene dal Dottor David Alain Whol -University of North Carolina Aids Research Treatment Center- "molti sono i detenuti portatori di virus Hiv, ma altri lo contraggono al loro ingresso in prigione." I dati sono stati esposti agli operatori del settore in una tavola rotonda "AIDS e HIV nelle carceri" tenutasi recentemente a Sanford (North Carolina).
Per la popolazione carceraria il rischio di contrarre il virus e' 5,5 volte superiore rispetto ai liberi cittadini, ed e' dovuto all'aumento di tossicodipendenti, o ex, all'interno delle prigioni statali. Cambiare atteggiamento nei confronti dei detenuti infetti e' una necessita' primaria per evitare il contagio epidemico.
6.500.000 di persone sono detenute negli Stati Uniti: la piu' estesa popolazione carceraria del mondo, superiore alla Cina, e si prevede nei prossimi anni un forte incremento dovuto alla carcerazione per uso di stupefacenti.
I grafici illustrati durante la tavola rotonda evidenziano una sconcertante disparita': i maschi negri sono maggiormente arrestati e condannati (9% della popolazione maschile negra e' detenuta). Il dr Whol individua un danno sociale nel "rimpiazzamento" di partner sessuali; un atteggiamento ottimale per il propagarsi del virus: avere il partner in carcere aumenta l'opportunita' di contrarlo. Sull'altro lato c'e' la realta' dei detenuti; le richieste piu' frequenti sono due: mangiare da McDonald's e fare sesso, spesso ottenendo un'ora di liberta'. I tempi di carcerazione sono lunghi ma non infiniti, cosi' dopo tre anni per gli uomini e sei mesi per le donne, i detenuti tornano in liberta' favorendo il contagio e la propagazione incontrollata; "chi e' in carcere oggi potrebbe sederti accanto in autobus domani" come fa notare il Dr. Whol.
E' un'emergenza l'indispensabile ed energico ripensamento sulla politica della War on drugs, e decidere se si e' disposti ad affrontare danni di tale entita' e' un'esigenza civile; una lotta politicamente efficace ma che sgretola la qualita' di vita dei cittadini americani.
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