sono disperata per la situazione venutasi a creaRE CON LA
WIND. CON LA QUALE AVEVO UN CONTRATTO N LIMIT E L'OPZONE
PRECEDENT DEL 1088. PREMETTO CHE DALL'ATTIVAZINE AVEVANO
APLICATO LA PRESELEZIONE SUL MIO NUMERO TELEFONICO. RAGIN
PER CUI NON VENIVA DIGITATO ALCUN NUMERO DI PRESELEZIONE
PRIMA DELLA CONVERAZIONE. INTANTO MI ARRIVAVANO FATTURE
NON CORRETTE ALLA MIA CONTESTAZIONE VERBALE MI
RSPONDEVANO A VOLTE CHE AVREBBERO PROVVEDUTO ALLA
CORREZIONE, MA CIO' NON AVVENIVA. PERTANTO MI SONO VISTA
COSTRETTA A SOSPENDERE LA DOMICILIAZION E DELLE FATTURE.
DOPO DI CHè LA WUIND MI CHIESE DI INVIARE UN FAX PER
CHIARIRE LA MIA POSIZIONE CONTESTATIVA. A QUESTO FAX PERò
NON è STATA DATA UNA RSPOSTA, ANZI MI SONO VISTA ARRIVARE
UNA RICHIESTA DI SOLLECITO PAGAMENTO CHE IN POCHI GIORNI SI
è TRASFORMATA IN DISATTIVAZIONE DELLA LINEA TELEFONICA
SENZA ALTRO PREAVVISO. ORA MI VEDO ARRIVARE UNA LETTERA RI
CECUPERO CRERDITI DA UNO STUDIO LEGALE. COSSA POSO FARE
VISTO CHE IN CAPANIA NON ESISTE IL COREOM PER QUESTE
PROBLEMATICHE?
17 aprile 2007 0:00 - Giustizia
Gentile Murrone, vorrei farle notare che il tentativo
obbligatorio di conciliazione è solo presso il Co.Re.Com.,
se questo non è attivo, allora la conciliazione presso
altri organismi non è obbligatoria, come previsto dalla
delibera AGCOM 182/02/CONS
(http://www.agcom.it/provv/d_182_02_CONS.htm) che
all'art. 12 recita:
"Conciliazione
presso altri Organismi Gli utenti hanno la facoltà di
esperire, in alternativa al tentativo di conciliazione
presso i Corecom di cui alla presente Sezione, un tentativo
di conciliazione dinanzi agli organi non giurisdizionali di
risoluzione delle controversie in materia di consumo che
rispettino i principi sanciti dalla Raccomandazione della
Commissione 2001/310/CE."
In più faccio
notare che l'art.3, co.2 lascia all'utente di
telefonia mobile la possibilità di domiciliarsi presso
altra sede/regione, con tutte le conseguenze positive che
questo escamotage può portare:
"Per
determinare la competenza territoriale di cui al comma 1, si
ha riguardo, in caso di reti telefoniche fisse, al luogo in
cui è ubicata l’utenza telefonica e, in caso di reti
telefoniche mobili, al luogo in cui l’utente ha la
residenza ***o il domicilio***."
17 aprile 2007 0:00 - Domenico Murrone
x Anna. Il problema non e' il Corecom in se', ma
l'obbligo che la legge impone agli utenti di tentare la
conciliazione. x Pasquale e Maurizio. In Campania
occorre tentare la conciliazione obbligatoria davanti alla
camera di commercio della propria provincia o sede
distaccata. x AIART Puglia. Purtroppo, dalle notizie in
mio possesso, i Corecom non sono in grado di gestire i
compiti assegnati (non sempre per loro responsabilita')
si stanno trasformando in carrozzoni politici, gli
ennesimi. x Aldo. Purtroppo condivido la tua
"triste consapevolezza". Ma alla fine mi dico:
sono anch'io parte della carretta e il mio granellino
nei perversi ingranaggi di potere corporativi potrebbe
aiutare :-)
16 aprile 2007 0:00 - aldo
Non c'è niente da fare: è un dato di fatto si conferma
sempre di più, ad ogni piè sospinto, la triste
consapevolezza che l'Italia è una nazione con un
tristissimo futuro!
16 aprile 2007 0:00 - AIART Puglia
Carissimi amici dell'ADUC concordo totalmente con il
giudizio espresso sulla sostanziale inefficienza dei
CORECOM. Qualche perplessità sul ruolo e
sull'operato di queste "Autotità di Garanzia
(??)" più volte l'AIART (Associazione Italiana
Telespettatori) l'aveva manifestata. Uno stralcio
dell'ultimo intervento in materia è leggibile qui di
seguito: "Amaramente registriamo che malgrado questi
Istituti abbiano raggiunto negli Statuti Regionali una
dignità di Autorità di Garanzia, siano dotati di un
coordinamento nazionale, ormai alla seconda legislatura dopo
la stagione dei CORERAT, ancora stentano ad assolvere al
ruolo di tutela delle comunità e della dignità dei
cittadini amministrati nell’importante diritto di essere
informati con rispetto e intrattenuti con dignità.
Senza voler azzardare affrettati giudizi non è ingeneroso
constatare che una diffusa tiepidezza istituzionale verso le
modalità comunicative e informative caratterizza le Regioni
Italiane e per esse l’inerzia dei CO.RE.COM.
Su cosa poggia tale non lusinghiero giudizio? Quali i limiti
individuati nel loro operato?
- Incompleto e
marginale assolvimento delle funzioni proprie e delegate
dall’Autorità. Unico adempimento, pressoché
generalizzato da parte di tutti i CO.RE.COM, è quello
dell’applicazione della legge che assegna annualmente
provvidenze economiche alle emittenti e alla radiofonia
locale. Traspare non già un solerte e proattivo spirito di
servizio ma solo un assolvimento formale della legge
nazionale. - Rarefatta la produzione normativa e
legislativa in tema di comunicazione da parte delle Regioni.
Nel merito i governi regionali ne motivano la causa
addebitandola a limitate risorse umane ed economiche da
dedicare allo scopo. - Anche il doveroso atto di
presentazione di un Piano Programmatico annuale delle
attività (da presentare entro il 15 settembre di ogni anno)
nonché il bilancio annuale dell’attività svolta (entro
il 31 marzo di ogni anno) in molte realtà regionali, forse
non adeguatamente reso noto, è disatteso. - Esigua e
minimale comunicazione all’esterno delle iniziative e
delle attività svolte riscontrabile anche nella estrema
superficialità e incompletezza dei siti istituzionali.
Documenti, atti, attività, novità, inseriti online più
per adempiere a un dovere formale che per consapevolezza di
assolvere a un servizio e ad una funzione di Garanzia
Istituzionale sancita dalle Costituzioni Regionali
(Statuti). Molte le pagine da tempi remoti in fase di
allestimento che certamente non denota passione ed
efficienza in un ambito che per definizione dovrebbe essere
al massimo per qualità tecnologica, completezza e
attualità dei contenuti.
Alcuni perchè
Dopo una legislatura e a metà della seconda perché un
bilancio così poco esaltante di queste autorevoli Autorità
di Garanzia? Perché in una stagione in cui ci si
appella alla sobrietà dei costi e alla efficienza della
Pubblica Amministrazione ci si consente di assegnare risorse
pubbliche sganciate da risultati efficaci e
verificabili?
Alcune motivazioni alla base di
questa mancata consapevolezza dell’importante
responsabilità dell’Ente Regionale nel delicato settore
della comunicazione che ancor più che economica ha
raggiunto connotati etici è possibile rintracciarle:
a) Sostanziale e generalizzata insufficiente competenza nel
settore dei media dei soggetti individuati a comporre i
CO.RE.COM sia sotto l’aspetto psicopedagogico degli
effetti dei media che per quello legislativo normativo in un
settore in forte evoluzione. b) Diffusa logica
spartitoria e cencelliana che sovraintende alla suddetta
individuazione utilizzando i CO.RE.COM come camera di
compensazione per ricercare equilibri tra le varie forze
politiche, ciò malgrado la prescrizione, presente nelle
leggi istitutive regionali, di individuare persone dalla
“assoluta indipendenza sia dal sistema politico
istituzionale che dal sistema degli interessi di settore
delle comunicazioni e che possiedano competenza ed
esperienza comprovate nel settore della
comunicazione”. c) Sterile autosufficienza causa
mancato coinvolgimento a livello territoriale di altri
operatori di settore portatori di competenze e sensibilità
specifiche (Associazionismo, Volontariato culturale, Uffici
Diocesani per le Comunicazioni Sociali, Dipartimenti
Universitari di settore, Forum Familiari,
Mediaeducatori). d) Lieve funzione di controllo da
parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
sulle funzioni delegate e sull’operato dei CO.RE.COM
Regionali di fatto, almeno dal punto costitutivo,
“filiazioni periferiche” dell’autorità Centrale che
per definizione deve operare una verifica e un accertamento
sullo svolgimento delle funzioni delegate al momento della
firma della convenzione bilaterale.
I limiti
sopra indicati, certamente non esaustivi, pongono
all’attenzione dell’AIART uno specifico campo
d’azione, forse un po’ trascurato perchè concentrati
sull’emittenza nazionale, che invece abbisogna di
particolare attenzione, competenza e impegno. Occorre,
senza indugi, appropriarsi della materia per sollecitare e
incalzare queste Istituzioni ad assolvere al loro ruolo
costitutivo e proattivo a difesa della qualità della
comunicazione, dei suoi contenuti, della sua imparzialità,
per la crescita delle comunità amministrate e a servizio
della persona. Senza questo salto di qualità e nuova
sensibilità istituzionale dei Governi Regionali verso
l’agire comunicativo che si svolge su ciascun territorio
regionale, saranno vane le vetrine delle buone pratiche
messe in esposizione nei vari COMPA (Salone della
Comunicazione della Pubblica Amministrazione) e nei tanti
convegni che sul tema si tengono in tali circostanze.
I compiti e i doveri descritti, i limiti e gli
appesantimenti organizzativi elencati, le potenzialità
inespresse, fanno dei CO.RE.COM degli organismi dal “freno
a mano tirato” che invece abbisognano della massima
considerazione perché una Regione che annette particolare
attenzione all’agire comunicativo e informativo che su di
essa si esplica è segno di elevato tasso di democraticità
e di partecipazione. Di contro in una realtà
territoriale ove l’informazione e la comunicazione è
ritenuta accessoria, residuale, simpatica al potere o
peggio, addomesticabile, elevato è il tasso di sudditanza e
minimo il livello di partecipazione alla vita e alle
decisioni democratiche. L’ideazione, la produzione e
la diffusione di una comunicazione sobria, non gridata,
attenta ai contenuti, rispettosa della dignità della
persona, oggettiva, veritiera, non asservita, è segno
distintivo di una Regione moderna, solidale e
democratica.
16 aprile 2007 0:00 - Anna Scharf
Sonosicura che i Vostri dati siano corretti e la Vostra
analisi, purtroppo corretta ("...in Italia si fanno le
leggi per non essere rispettate."). Tuttavia, mi
sento in dovere di aggiungere che la mia esperienza
personale con Corecom Lombardia è stato molto positiva, i
tempi magari un pò lunghi, 90 giorni ma il mio contenzioso
con Telecom si è risolto in modo più che positivo, oltre
ogni mio aspettitiva. Quindi forse la conclusione da trarre
è che se si vuole far rispettare la legge l'impegno e
la professionalità dell'individuo che ne ha il compito,
è l'elemento fondamentale...
15 aprile 2007 0:00 - PASQUALE
E NEL CASO IN CUI UN CITTADINO CAMPANO VOGLIA USUFRUIRE DEL
CORECOM PRIMA DI ADIRE VIE LEGALI COME BISOGNA AFRE?
VISTO CHE Pè OBBLIGATORIA LA CONCILIAZIONE E TALE SERVIZIO
NON E ATTIVO?
15 aprile 2007 0:00 - Maurizio Dati
E per la regione Campania a chi occorre rivolgersi? Alla
camera di Commercio del capoluogo di provincia? Avete casi,
esempi o schemi di ricorso capitati in campania? Vi
ringrazio anticipatamente e mi complimento per
l'articolo inviatomi. Cordiali saluti.