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25 marzo 2016 10:12 - mauropon
La “pratica” della chiusura delle liste di attesa è contraria alla legge 23 dicembre 2005, n. 266 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)” la quale all’art.1 comma 282 recita: “Alle aziende sanitarie ed ospedaliere e' vietato sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni di cui al citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 novembre 2001.” precisando, anche, all’art.1 comma 284 che: “Ai soggetti responsabili delle violazioni al divieto di cui al comma 282 e' applicata la sanzione amministrativa da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 6.000 euro.”. Pertanto, è possibile inviare segnalazione per chiedere lo sblocco delle liste d’attesa, tramite posta elettronica certificata (PEC) ovvero tramite raccomandata A/R, all’Assessore Regionale alla Sanità ed al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria presso la quale ha richiesto la prenotazione, specificando la tipologia di prestazione e il centro di prenotazione al quale si è rivolto.
Nella segnalazione dovranno essere indicati, inoltre, i riferimenti normativi sopra citati, e la richiesta di conoscere i provvedimenti assunti in riferimento alle previsioni dell’art.1 comma 284 con indicazione dei motivi di fatto e di diritto che hanno indotto a tale decisione.
Quindi, come al solito, la legge c'è ma nessuno la rispetta e, soprattutto, gli utenti ignari non la fanno rispettare. La prossima volta che vi dicono che le prenotazioni sono chiuse chiedete subito il numero di matricola di chi ve lo dice, chiedetegli, poi, se ha una disposizione scritta in tal senso, se non ce l'ha avvisatelo che, in base alla legge (mostrategli quanto scritto sopra) sarà denunciato alla Procura della Repubblica, poi vedete cosa succede e regolatevi, se ce l'ha, fatevela mostrare e annotatevi da chi è firmata, poi cercate il firmatario o chi per lui e ditegli la stessa cosa. Forse così qualcosa potrebbe muoversi. Purtroppo mai come oggi è vero il detto "chi si fa pecora il lupo se lo mangia".
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