La “pratica” della chiusura delle liste di attesa è
contraria alla legge 23 dicembre 2005, n. 266
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)” la quale
all’art.1 comma 282 recita: “Alle aziende sanitarie ed
ospedaliere e' vietato sospendere le attività di
prenotazione delle prestazioni di cui al citato decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri del 29 novembre
2001.” precisando, anche, all’art.1 comma 284 che: “Ai
soggetti responsabili delle violazioni al divieto di cui al
comma 282 e' applicata la sanzione amministrativa da un
minimo di 1.000 euro ad un massimo di 6.000 euro.”.
Pertanto, è possibile inviare segnalazione per chiedere lo
sblocco delle liste d’attesa, tramite posta elettronica
certificata (PEC) ovvero tramite raccomandata A/R,
all’Assessore Regionale alla Sanità ed al Direttore
Generale dell’Azienda Sanitaria presso la quale ha
richiesto la prenotazione, specificando la tipologia di
prestazione e il centro di prenotazione al quale si è
rivolto.
Nella segnalazione dovranno essere indicati, inoltre, i
riferimenti normativi sopra citati, e la richiesta di
conoscere i provvedimenti assunti in riferimento alle
previsioni dell’art.1 comma 284 con indicazione dei motivi
di fatto e di diritto che hanno indotto a tale decisione.
Quindi, come al solito, la legge c'è ma nessuno la rispetta
e, soprattutto, gli utenti ignari non la fanno rispettare.
La prossima volta che vi dicono che le prenotazioni sono
chiuse chiedete subito il numero di matricola di chi ve lo
dice, chiedetegli, poi, se ha una disposizione scritta in
tal senso, se non ce l'ha avvisatelo che, in base alla legge
(mostrategli quanto scritto sopra) sarà denunciato alla
Procura della Repubblica, poi vedete cosa succede e
regolatevi, se ce l'ha, fatevela mostrare e annotatevi da
chi è firmata, poi cercate il firmatario o chi per lui e
ditegli la stessa cosa. Forse così qualcosa potrebbe
muoversi. Purtroppo mai come oggi è vero il detto "chi si
fa pecora il lupo se lo mangia".