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5 marzo 2016 15:31 - roberto.casiraghi
L'Europa che ci hanno fatto sognare è come quella descritta in quest'articolo. L'Europa reale è però profondamente diversa: mai come dopo l'affossamento della Grecia e quello in corso d'opera di tutte le altre nazioni europee, comprese Francia e Germania, è apparso chiaro che l'Europa è manovrata dagli Stati Uniti in un'ottica di acquisizione che non si sa bene se definire più aziendalistica nel senso che è finalizzata a mettere le mani sui nostri gioielli di famiglia (vedi Microsoft che ha rilevato anni fa la finlandese Nokia lasciando l'Europa senza un solo produttore serio di telefonia) o neocoloniale come dimostra il fatto che in Europa gli Stati Uniti non perdono l'occasione di infliggere multe surreali a banche e aziende, obbligarci ad azioni francamente assurde e controproducenti come le sanzioni alla Russia o l'adesione al trattato TTIP, impedirci di avere aziende forti nel settore informatico e internet (il cloud parla solo americano), boicottare le nostre lingue nazionali a favore dell'inglese, introdurre nel nostro sistema legale i concetti del diritto anglosassone e determinare essi stessi, con le loro scelte geopolitiche, le migrazioni bibliche alle quali stiamo assistendo oggi con crescente sgomento. Tutto questo sa di colonialismo, sono tattiche già collaudate dagli Stati Uniti nei loro rapporti con le nazioni dell'America Latina e che oggi colpiscono noi in un'ottica di progressivo annullamento delle specificità europee. Certo, gli USA cercano di non apparire e, complici i media nostrani, spesso ci riescono. Ma l'architettura europea è una loro creazione come dimostra il fatto che la stragrande maggioranza degli uomini da anni al potere in Europa sono nati e cresciuti, politicamente, nei think tank finanziati dagli americani. Le istituzioni europee sono state dunque strutturate in modo da essere costitutivamente non democratiche e intrinsecamente soggette al potere delle lobby industriali. La Commissione europea propone, dopo essersi fatta suggerire le leggi dalle lobby, e il Parlamento può al massimo interporre veto, cosa che fa ben raramente visto che ogni legge o direttiva è talmente complessa da richiedere uno studio approfondito che un parlamentare non può, umanamente, effettuare. Ci si dimentica poi che l'Europa non ha neppure una costituzione e che, quando aveva cercato di elaborarne una, essa non conteneva il minimo riferimento ai diritti dei cittadini e, giustamente, venne bocciata in alcuni storici referendum. Il risultato però fu che, anziché elaborare una costituzione seria che parlasse dei diritti di tutti i cittadini europei, si decise che una costituzione era del tutto superflua! E infatti non se ne è più parlato.
Quanto a Schengen, ricordiamoci sempre che è solo una maggiore comodità in quanto anche prima di Schengen la frontiera tra Svizzera e Germania era aperta, fra Danimarca e Svezia era aperta e che quindi l'apertura o chiusura delle frontiere non era un fatto politico di grande importanza né aveva mai ostacolato più che tanto il business o la circolazione delle persone. Prima di Schengen le nazioni europee cooperavano a 360 gradi in un'atmosfera di grande fiducia, oggi diffidano l'uno dell'altra o si detestano (vedi il rapporto di odio vicendevole tra Grecia e Germania). Allora c'erano oneri doganali, oggi non ci sono più questi costi ma c'è un aumento sproporzionato di tassazione nascosta e palese che, con la scusa di ridurre il rapporto debito-PIL, ha come unico risultato quello di aumentarlo sempre di più e di costringere a tagli dello stato sociale che già si fanno sentire dolorosamente e che, peraltro, dureranno per almeno altri 20 anni (tale è infatti la durata di quell'arma di distruzione della ricchezza e stabilità europea che si chiama, paradossalmente, Patto di Stabilità).
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