testata ADUC
Autovelox sulla Taranto-Brindisi. Classico intramontabile: come ti spenno il cittadino
Scarica e stampa il PDF
Comunicato di Alessandro Gallucci
6 dicembre 2016 16:58
 
Martedì 6 dicembre 2016, ore 11.40 circa. Procedo tranquillamente sulla strada statale 7 “Taranto – Brindisi” in direzione Brindisi; tranquillamente, cioè entro il limite di velocità che sulla quella strada, classificata extraurbana secondaria, è fissato a 90 km/h.
Supero l’uscita Grottaglie centro, seguo la strada che s’incurva leggermente (tanto comunque da non consentire di avere una visuale completa del suo percorso) e superata la zona con i pannelli fonoassorbenti, nella prima piazzola di sosta utile, che cosa trovo? L’immancabile auto della polizia municipale pronta, parafrasando Faletti, a far multe senza pietà a chi passava sopra i novanta, fossero pure novanta di età. Prima della curva avevo notato, un cartello amovibile poggiato per terra, ma, sbadatamente, mi era parso un cartello di lavori in corso, comunque in parte coperto dalle piante che spuntavano a lato della carreggiata. Lo screenshot di Google Maps, forse, aiuta a meglio capire la situazione, con messo in evidenza il punto dove si intravedeva il cartello.
Nessuna multa, fortunatamente. Nessun dubbio, neppure, sul fatto che si debbano rispettare le prescrizioni del codice della strada. Nessuna ipocrisia sul fatto che qualche volta mi capita il contrario, come a chiunque, credo. Ma il discorso, qui, non riguarda la moralità, bensì la legalità.
Un conto è sanzionare chi si comporta illegittimamente, altro comportarsi illegittimamente per arrivare ad un risultato che solo formalmente è quello repressivo/preventivo, il quale mal cela il reale movente, cioè far cassa con “le multe”. D’altronde già solo presentare il ricorso costa 43 euro.
Eppure, mi domandavo proseguendo sulla strada, non sarebbe più giusto segnalare adeguatamente, come impone la legge, la presenza di controlli elettronici della velocità? Non solo: sulla “Brindisi – Taranto” è necessario un decreto prefettizio finalizzato all’individuazione di zone di posizionamento degli autovelox; è necessario perché si tratta di strada extraurbana secondaria. Così accade per il tratto di strada statale ricadente nel territorio della provincia di Taranto. Necessità che non svanisce nella provincia di Brindisi. L’assenza dell’atto prefettizio, tuttavia, non paralizza il posizionamento degli autovelox, ma nei fatti lo liberalizza, perché così decidono di agire le amministrazioni dei comuni del brindisino che per riempire le loro casse svuotano indebitamente le tasche di chi percorre quelle strade. Il tutto in spregio a quanto previsto dalla legge, così come ha rilevato lo scorso mese di marzo anche il Giudice di Pace di Brindisi con una sentenza da noi richiesta e mai appellata.
Non è una questione isolata, tant’è che sempre più spesso ci capita di fornire indicazioni ed assistenza a cittadini multati illegittimamente. Riteniamo doveroso un intervento del Prefetto di Brindisi volto ad emanare un decreto come ha già fatto il suo omologo tarantino. Gli chiediamo di adoperarsi per fare quanto in proprio potere, anche per evitare che improvvidi amministratori pubblici possano finire per danneggiare le finanze pubbliche a causa delle legittimi ricorsi dei cittadini.

 
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS