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CALL GAME DE LA7
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Comunicato 
11 agosto 2001 0:00
 


SE PER L’AUTORITA’ ANTITRUST E’ UN GIOCHINO CHE NON PRESENTA PROBLEMI DI INGANNEVOLEZZA, PER L’ADUC, E GLI INNUMEREVOLI TELESPETTATORI CHE PROTESTANO, CONTINUA AD ESSERLO, E PER QUESTO CHE VERRA’ INTERESSATA LA MAGISTRATURA.

Firenze, 11 Agosto 2001. Lo scorso 6 luglio, sollecitati anche dalle richieste di molti telespettatori, avevamo interpellato l’Ufficio Pubblicita’ Ingannevole dell’Antitrust, sulla presumibile ingannevolezza del messaggio pubblicitario del giochino "Call Game" che va in onda la notte e la mattina sul canale televisivo La7. Non ci convinceva il fatto che, oltre al tormentone di dubbia verita’ "chiama perche’ non sta chiamando nessuno e le linee sono libere", dopo aver pagato 1 Euro di telefonata, si partecipava ad un sorteggio (mal pubblicizzato, facendo invece intendere che si poteva andare in diretta ad interloquire con il conduttore) in cui, non per abilita’, ma solo per puro azzardo (scegliendo casualmente di scoprire un simbolo coperto piuttosto che un altro), invece di vincere i due milioni che venivano costantemente pubblicizzati nella prima fase del gioco, al massimo si riusciva a portarsi via qualche centinaio di mila lire.
Con una solerzia e velocita’ di cui ne diamo atto, la Direzione D "Comunicazioni" dell’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, in data 6 agosto, pervenuta il 10, ci ha fatto sapere che " …ha ritenuto che la stessa non rientri nell’ambito di applicazione del D.L. n.74 del 25/01/1992, modificato col D.L.67 del 25/02/2000 … perche’ la fattispecie segnalata, attinente alla scarsa chiarezza con cui viene svolto il gioco in oggetto, non e’ riconducibile ad uno specifico messaggio pubblicitario".
Ne prendiamo atto –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- ma ne siamo tutt’altro che convinti. Comprendiamo che l’Autorita’ si sia in un certo modo levata l’impiccio dicendo che non e’ compito del suo ufficio, ma sinceramente, nell’ambito della verifica di correttezza dei messaggi che vengono diffusi per radio e telelevisione, non sapremmo a chi rivolgerci quando si invitano i telespettatori a telefonare per partecipare ad un giochino, e lo si fa con scarsa chiarezza sui meccanismi di partecipazione ed entita’ della vincita.
C’e’ qualcosa che ci sfugge, perche’ abbiamo sempre creduto che la funzione dell’Autorita’ fosse quella di mediare –con pronunciamenti esecutivi- rispetto ai tradizionali canali di ricorso alla giustizia, in modo da facilitare l’uso della stessa sullo specifico; e comprendiamo, ovviamente, che ci si risponda anche che abbiamo torto, riservandoci gli appelli che le norme ci consentono. Ma restiamo basiti di fronte al pronunciamento odierno, vedendoci costretti a interessare la magistratura (truffa?) per non sentirci completamente marziani rispetto al diritto, all’intelligenza e al buon senso.
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