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CLASS ACTION. AUDITA L'ADUC IN COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA. LA PROPOSTA DEL GOVERNO NON RISPONDE ALLE ESIGENZE DEL PAESE ED E' PERICOLOSA
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Comunicato 
30 novembre 2006 0:00
 

Firenze, 30 Novembre 2006. Questa mattina una delegazione dell'Aduc e' stata audita dalla commissione Giustizia della Camera in merito alle proposte di legge sulla class action che la medesima commissione ha cominciato ad analizzare.
L'Aduc, grazie agli on. Donatella Poretti e Daniele Capezzone (a cui si sono aggiunti altri 16 deputati bipartisan) ha depositato una propria proposta di legge (1), che e' diventata il punto di riferimento e di elaborazione delle numerose altre (tutte della maggioranza) che non si riconoscono in quella del Governo.
Abbiamo depositato in commissione una memoria (2). L'associazione ha esperienza in merito con la class action che ha attivato a New York sul caso Parmalat, dove e' stato raggiunto un patto transattivo e i rimborsi stanno cominciando ad arrivare proprio in questi giorni; altrettanto accordo transattivo e' stato raggiunto con la class action sul caso Worldcom.
Non si tratta solo di rispondere al problema dei legittimati ad agire (che per il Governo sono solo le camere di commercio, le associazioni professionali e le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato). L'Aduc non ha voluto unirsi al coro delle "associazioni-escluse" perche' ritiene che quand'anche si modificasse il testo del Governo per includere qualche altra associazione fra i legittimati attivi, quel tipo di progetto di legge rimarrebbe drammaticamente lacunoso e per questo pericoloso.
La legittimazione ad agire dovrebbe essere affidata a chiunque abbia un interesse specifico, con altrettanti strumenti per prevenire i possibili abusi.
Poi c'e' il nodo della corretta regolamentazione della procedura. Nel modello del Governo (e simili) vi sono una serie di problemi procedurali non affrontati. I piu' importanti:
- il risarcimento -vinta la causa colelttiva- richiede l'avvio di un'azione legale individuale;
- non e' regolamentato l'avvio di piu' azioni collettive concorrenti, su cui il giudice decide, e chi viene escluso si puo' accodare a chi e' stato scelto;
- non vi sono controlli da parte della classe (i cittadini-consumatori interessati all'azione collettiva) nei confronti di chi gestisce la causa, in particolare sul potere di concludere accordi transattivi;
- non vi sono controlli sugli eventuali conflitti di interesse fra i proponenti l'azione collettiva e la classe;
- non vi sono filtri sulla non manifesta infondatezza dell'azione.
Per queste ragioni e' urgente arrivare ad un testo organico e completo. Una legge sull'azione collettiva non puo' ridursi in un articolo aggiuntivo al Codice del Consumo: deve necessariamente disciplinare tutte le fasi di questa nuova procedura, prevedendo i necessari contrappesi per garantire il corretto funzionamento dello strumento processuale, prevenirne gli abusi e bilanciare gli interessi in gioco.
Ci si accusa di voler importare il modello Usa, ma molte sono le differenze fra la nostra proposta e quel modello:
- Il foro di competenza e' quello del convenuto, non sarebbe quindi possibile il "forum shopping" come in Usa (andare nei fori dove i giudici sono piu' disponibili a dare ragione ai consumatori).
- Le eventuali transazioni in corso di causa (la maggiorparte delle class action si chiudono con transazioni) sono sottoposte a votazione della classe. Meccanismo che riduce drasticamente i possibili comportamenti scorretti da parte degli avvocati e scoraggia l'avvio di azioni infondate.
- Un filtro significativo della magistratura che deve valutare, prima di avviare l'azione collettiva, il fumus boni iuris ed eventuali conflitti d'interesse anche grazie alle informazioni provenienti dai promotori di eventuali altre azioni collettive concorrenti.
- Un meccanismo di opt-in e non di opt-out: fanno parte dell'azione collettiva solo coloro che espressamente lo indicano e non tutti coloro che non si chiamano espressamente fuori (come in Usa). Meccanismo molto piu' compatibile con la nostra tradizione giuridica.

L'Aduc e' stata rappresentata da Primo Mastrantoni (segretario nazionale), Alessandro Pedone (responsabile per la tutela del risparmio) e l'avv. Pietro Adami (legale Aduc per le questioni internazionali e le class action negli Usa).

(1) clicca qui
(2) qui il testo completo del documento depositato in commissione: clicca qui
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