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DEVOLUTION SANITARIA O FEDERALISMO ALL’AMATRICIANA?
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Comunicato 
9 agosto 2001 0:00
 


E’ STATO SCELTO IL FEDERALISMO DELLE GABELLE, DOVE ALLA CERTEZZA DEL DIRITTO E DELLE TASSE SI E’ SOSTITUITA LA NAVIGAZIONE A VISTA IN BALIA DI AMMINISTRATORI ONNIPOTENTI.
RAZIONALIZZAZIONE DEL DISSESTO? IL FEDERALISMO SANITARIO AVREBBE SENSO SOLO IN UN REGIME DI EQUIPARAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO CON LIBERTA’ DI SCELTA DEL CLIENTE NON PIU’ SUDDITO

Firenze, 9 Agosto 2001. Sudditi dello Stato ieri, e oggi sudditi anche della Regione. E’ questa la sostanza che riusciamo a cogliere –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- dell’accordo Governo-Regioni sulla cosiddetta devolution sanitaria.
Mentre prima pagavamo l’incapacita’ dello Stato, oggi dobbiamo pagare anche quella delle Regioni, con l’aggiunta dell’imprevedibilita’ e della non-certezza del diritto: una navigazione a vista che onnipotenti amministratori regionali faranno pagare al suddito.
Visto il sistema sanitario pubblico obbligatorio, avremmo sperato in uno slancio di efficienza e assunzioni di responsabilita’, magari con obiettivi di qualita’ del servizio da raggiungere all’interno di un certo budget, come impegno nei confronti del cittadino elettore che ha scelto questo o quell’altro amministratore in base a promesse elettorali e dimostrazioni di efficienza. Invece no, ci viene rifilata una razionalizzazione del dissesto, con l’aggravante che all’incapacita’ di armonizzare bilancio e qualita’, dobbiamo essere chiamati noi sudditi in prima persona a farvi fronte.
Un’impostazione che compromettera’ quel buon rapporto di fiducia che deve essere alla base di chi ci presta un servizio cosi’ importante, alimentando e non comprimendo gli sfondamenti per sprechi e inefficienza, perche’ poi, alla fin fine, c’e’ sempre l’ancora di salvezza dell’imposizione fiscale regionale.
Lo chiameremo federalismo all’amatriciana (ci dispiace per il ministro Umberto Bossi, che’ potrebbe non gradire questa assimilazione alla gastronomia casereccia tutt’altro che nordica), per la sua impostazione da sagra paesana per tener contenti tutti, piuttosto che progetto per l’efficienza e il risparmio. Cio’ che manca e’ il motore di base del federalismo: la liberta’ di scelta di chi dovrebbe essere considerato un cliente e quindi in grado di premiare un servizio scegliendolo o rivolgendosi ad altri se non soddisfatto. Ad un libero regime di equiparazione tra pubblico e privato, si e’ chiamato federalismo cio’ che invece e’ solo la distribuzione teoricamente piu’ razionale dei poteri amministrativi di uno Stato centrale, lontano e gabelliere.
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