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DIRITTI: FAMIGLIA E INDIVIDUI
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Comunicato 
4 settembre 2001 0:00
 

LA REGIONE LAZIO E LA CHIESA ROMANA CONTRO I SINGOLI ESSERI UMANI?

Firenze, 4 Settembre 2001. La legge della Regione Lazio di sostegno alle coppie in difficolta’, purche’ regolarmente sposate, e’ manifestazione di tristezza istituzionale, perche’ non tiene conto del mondo in cui viviamo, ma ne disegna uno a se’ stante in cui pretende che tutto vi si debba adeguare –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito. Ed e’ il perfetto contrario di quello che dovrebbe fare un’istituzione nei rapporti con i suoi amministrati che, fino a prova e regola contraria, sono tutti coloro che abitano nella zona di competenza della Regione Lazio, e non solo quelli che, col loro voto, hanno contribuito all’elezione dell’attuale presidente.
Una tristezza istituzionale che trova conferma nelle parole del quotidiano della Chiesa Romana, che gioisce e sottolinea, con un fragorosissimo "ovviamente" fin nei titoli di uno specifico articolo sulla questione, che quando in questa legge si parla di famiglie, non si possa non intendere che siano quelle certificate dal matrimonio, perche’ altre famiglie –ne deduciamo- non possono esistere.
Dall’altra parte (cosiddetta) abbiamo l’on.Franco Grillini che propone una sorta di organizzazione a difesa delle coppie di fatto, in un contesto di liberazione totale dall’oppressione clericale che dovrebbe essere "sposato" da tutta la sinistra. A parte domandarsi "perche’ solo sinistra? Non esistono coppie di fatto nella cosiddetta destra e nell’altrettanto cosiddetto centro politico? O forse le coppie di fatto sono una prerogativa culturale della sinistra?" –che e’ una domanda che lasciamo ai cultori dell’orientamento direzionale della politica italiana- ci viene un dubbio gigantesco: ma il singolo essere umano, cioe’ l’individuo?
Un dubbio che vale per la considerazione civico-giuridica di entrambi i contendenti che stirano la famiglia ora a destra e ora a sinistra. Non sono gli individui che votano? O c’e’ nell’aria il voto per famiglia (sempre con la solita contesa "di fatto" o "legata dal matrimonio")? E siccome il diritto di voto ci sembra che sia la base fondante del nostro sistema politico, ci sembra che la querelle Vaticano/Grillini mini le fondamenta del nostro patto giuridico costituzionale.
Inoltre ci sembrava che fosse abitudine diffusa dire che un Paese ha tot abitanti, e non tot famiglie e/o coppie di fatto, cosi’ come ci sembrava che a scuola ci vanno gli individui e non le famiglie, cosi’ come quando si muore: non si conteggiano le famiglie che muoiono, ma gli individui. E allora? Per morire si e’ considerati singolarmente, ma per i diritti no?
E in questa logica elementare, che unisce tutto il mondo (di destra e di sinistra, di sopra e di sotto, di centro e di lato), abbiamo pensato che le leggi, le norme, si dovessero fare per le singole persone. O forse per un singolo e’ piu’ facile dormire sotto un ponte che non una famiglia o una coppia di fatto? O forse un minorenne (che vive con una coppia di fatto o una famiglia, in questo caso ha poca importanza), prima di essere una persona con i diritti, e’ prima di tutto un tutelato da qualcun altro?
O forse non abbiamo capito niente?



PROSTITUZIONE? UN MESTIERE COME UN ALTRO
L’OLANDA –COME AL SOLITO- FA SCUOLA. MENTRE QUI SE NE PARLA …. E NEANCHE TANTO

Firenze, 5 Settembre 2001. La prostituzione in Olanda e’ stata legalizzata l’anno scorso ad ottobre, e come tutte le attivita’ legali, sottosta’ ai vantaggi e ai doveri che gli competono in una societa’ organizzata. Questo in teoria, perche’ in pratica, anche nell’Olanda delle liberta’, sembra che continui ancora un po’ di imbarazzo nei rapporti con gli imprenditori del settore (siano essi auto-imprenditori che "danti-lavoro"), tant’e’ che ha fatto notizia che un gruppo bancario, Ing group, accettera’ l’apertura di conti correnti aziendali (e c’e’ da sottolineare che lo ha fatto dopo che un’associazione di prostitute aveva presentato un ricorso anti-discriminazione contro la stessa banca che, in precedenza, si era rifiutata di aprirglielo).
Comprendiamo la difficolta’ "culturale" –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- ma siamo lieti che, con il tradizionale realismo olandese, la questione sia finita come e’ giusto che finisse: la legge e’ uguale per tutti e tutti sono uguali di fronte alla legge.
Nello stesso tempo, anche dopo aver letto le quotidiane disperazioni che in materia riempiono le cronache di tutti i mezzi italiani di informazione, continuiamo a sentirci a disagio e preoccupati. Perche’ viviamo in un Paese in cui ci si parla addosso e basta. Siamo circondati da redentori ecclesiali di prostitute, puttanieri nostalgici di case-chiuse, legalizzatori a unico beneficio dell’impresa cooperativistica, tutti abili nel parlarne nei momenti di maggiore disagio (quest’estate –bisogna riconoscerlo- lo hanno fatto un po’ meno, forse perche’ la Milingo-story era piu’ che soddisfacente a calmare la ricerca estiva di perversione), ma tutti incapaci a far si’ che sia levato quell’orpello dl codice che vieta l’adescamento (atto che per noi sarebbe piu’ che sufficiente a risolvere il problema).
Non chiediamo che la materia faccia parte dei prossimi cento giorni del Governo Berlusconi (ci rendiamo conto che e’ meno urgente della tassa di successione …), ma che almeno rientri, con specifici progetti di legge, in qualche calendario parlamentare. Ci sembra di ricordare che diversi esponenti dell’attuale maggioranza hanno in passato preso posizione favorevole per una legalizzazione della situazione.
Noi prendiamo spunto dalla vicenda olandese per farci anche portavoce di quei milioni di italiani che non ne possono piu’ di essere costretti a vivere le strade in cui abitano mescolandosi con la delinquenza che, come in tutte le situazioni in cui la domanda e’ alta, in mancanza di legalita’ si sostituisce alla legge.
Nel Paese nostro partner nell’avventura europea si convive con il fenomeno e, pur nelle difficolta’ che abbiamo ricordato sopra, si sta raggiungendo il livello ottimale di civilta’ giuridica e umana. Ci domandiamo se, oltre a burro, fontina, zoccoli e tulipani che importiamo, e moneta unica che condividiamo, non si possa anche cominciare a condividere esperienze di vita serena che derivano dalla legalizzazione di cio’ che puo’ sembrare scomodo.
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