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Comunicato 
17 gennaio 1998 0:00
 

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

LIBERALIZZAZIONE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO.
LA NUOVA FINTA LIBERTA'. A CHE SERVE ESSERE LIBERI SE QUESTA LIBERTA' NON PUO' ESSERE USATA? PER IL CONSUMATORE NON CAMBIA NULLA: CHI PAGA E' SEMPRE LUI.

Firenze, 17 Gennaio 1998. Proprio non riusciamo a rassegnarci al coro di Governo e di opposizione che vuole farci credere che, con la proposta del ministro dell'Industria, stia per partire una rivoluzione.
Cosi' interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Gli intenti liberalizzatori del ministro Bersani, sono solo una razionalizzazione dell'esistente, una presa d'atto di come la situazione si e' modificata. E, di conseguenza, sono nuove norme che rafforzano il potere di condizionamento dell'Amministrazione dove e' necessario farlo, perche' e' li' che girano i soldi: nel commercio al dettaglio nelle grandi superfici.
Mentre le associazioni di categoria vociano difendendo l'indifendibile, una sola continua ad essere la vittima: IL CONSUMATORE.
Il consumatore prima acquistava prevalentemente presso piccoli negozi, e in quel luogo era costretto ad acquistare a prezzi condizionati da: 1)acquisto, da parte del commerciante, di una licenza a prezzi gonfiati 2) acquisto della stessa licenza in assenza di regole e in mercato nero 3)ricatti vari dell'Amministrazione verso i commercianti, pena il ritiro della licenza (le mazzette alle guardie di Finanza o ai vari funzionari dei Comuni, non e' roba dei nostri sogni) 4)alti costi grazie ad una distribuzione frammentata e con quantita' limitate 5)scarsa scelta qualitativa e quantitativa 6)difficolta' di mobilita' per scegliere sul mercato 7)scarsita' di diversifcazione di offerte.
Oggi ci vogliono far credere che il consumatore abbia piu' liberta' grazie alle nuove norme del decreto Bersani. Non e' vero. Il consumatore non acquista prevalentemente nei piccoli negozi, ma nelle grandi superfici, dove i prezzi sono spesso la meta' che altrove. E in questi luoghi le nuove norme ripropongono quasi le stesse regole della situazione precedente (se non peggio), perche', essendo obbligatoria la licenza, si deve sempre sottostare alle politiche dell'Amministrazione, che -ci sia consentito il dubbio- non mostrano molta' diversita' rispetto alla situazione precedente.
Quindi, ci vogliono far credere che il consumatore dovrebbe essere piu' libero. Ma che liberta' e' quella che non puo' esplicarsi? I luoghi dove oggi il consumatore fara' i suoi acquisti, hanno gli stessi condizionamenti dei luoghi in cui comprava in precedenza. Il consumatore, infatti, si rivolgera' ai piccoli esercizi solo per nicchie specifiche o prodotti molto costosi, mentre il grosso degli acquisti li fara' nelle grandi superfici.
Forse se il legislatore, otre alle categorie dei commercianti, avesse prestato orecchio anche a chi ragiona dalla parte del consumatore, avrebbe ben presenti questi problemi. Ma il consumatore non esiste in Italia, e il decreto legge Bersani e' la dimostrazione che si
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