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FIDUCIA DELLE FAMIGLIE
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Comunicato 
25 settembre 1997 0:00
 

L'AUMENTO REGISTRATO DALL'ISCO NON TROVA CORRISPONDENZA NELLA FIDUCIA DEI CITTADINI SULLE POSSIBILITA' DI LAVORO. DATI CONTRADDITTORI SU CUI FARE ATTENZIONE: CRESCE LA VOGLIA DI ASSISTENZA? Firenze, 25 Settembre 1997. L'Isco ha fatto sapere che a settembre il clima di fiducia delle famiglie e' in crescita: 119,7 contro il 117,8 di agosto, con un quadro generale in aumento per il prossimo anno, e attese per la diminuzione dei prezzi.
"Sono dati contraddittori, se li confrontiamo con quelli Istat su disoccupazione e aumento delle iscrizioni agli uffici di collocamento". E' il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che aiuta ad una lettura critica e non euforica dei rilevamenti dell'Isco.
"Infatti, l'altro giorno l'Istat ci ha fatto sapere che sono aumentati fino a 6 milioni i giovani iscritti agli uffici di collocamento, a fronte di disoccupati che risultano essere 3 milioni, la meta'. Numeri -questi dell'Istat- che ci indicano una sfiducia sulle possibilita' dell'intraprendere. Infatti, molti giovani, ancora studenti universitari e senza che abbiano ancora cominciato a porsi il problema dell'occupazione, si iscrivono alle liste di collocamento con il convincimento che a qualcosa comunque possa servire, come una specie di "valvola di sicurezza" .
Inoltre, se leggiamo i dati dell'Isco, oltre alla conferma di una qualche apprensione sull'evoluzione del mercato del lavoro, sappiamo che il 54% delle famiglie riesce a quadrare il bilancio, a fronte di un 56% del mese di agosto. Non solo, ma a fronte di nessuna variazione percentuale per chi intende comprare beni durevoli nei prossimi dodici anni (tutti beni che per il momento non sono economicamente incentivati dallo Stato), nelle intenzioni di spesa per il prossimo biennio c'e' un 20% (17% in agosto) che prevede di acquistare un'automobile -un bene fortemente incentivato con i contributi sulla rottamazione, e c'e' un 6% che intende acquistare un'abitazione -settore in cui si parla molto dell'arrivo di incentivi statali.
I dati positivi dell'Isco, messi insieme a quelli quantomeno atipici dell'Istat, ci inducono a credere che sostanzialmente l'unica crescita e' quella della voglia di assistenza. Le percentuali Isco sono in crescita esclusivamente per l'auto incentivata -e diminuiscono le famiglie che fanno quadrare i bilanci-, mentre i giovani iscritti al collocamento sono il doppio di quelli che risultano disoccupati e quindi si affidano preventivamente ad un'occupazione che non prevede la loro iniziativa imprenditoriale. E crediamo che se questi numeri fossero messi accanto a quelli di quanti partecipano ai concorsi per un qualsiasi posto di lavoro alle dipendenze di un ente pubblico, il cerchio sarebbe completo.
E ci facciamo una domanda. Perche' e a chi giova un'economia cosi' guidata e con tanta voglia di assistenza? Ci sembrava che le intenzioni degli ultimi Governi fossero diverse.


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