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L'irriverente e l'autarchia gastronomica fiorentina. Il Comune insiste... facciamoli bollire nel loro brodo... Pinchiorri non ti fare fottere!
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Comunicato di Vincenzo Donvito
17 marzo 2016 10:12
 
 Dopo la decisione dell'amministrazione del Comune di Firenze di inibire l'apertura di ristoranti nel centro storico se non hanno almeno il 70% di prodotti toscani, e la istituenda commissione dei cinque saggi che dovranno vagliare le eccezioni (tre dirigenti del Comune e due esterni), alla comicita' e alla tragedia della decisione e dell'insistere sulla stessa, non poteva mancare il tocco di politica sfascista.
Il Sindaco Dario Nardella ha solennemente pronunciato in merito: “Noi diciamo che nel centro Unesco (ndr, il centro storico della citta' entro le antiche mura), la liberalizzazione non vale, e' sospesa,...” (1). E chi e' 'sto Sindaco, manco Baffone nel secolo scorso o Maduro o Putin in quelli attuali... Ora il Sindaco stabilisce le leggi nazionali... per carita', le puo' violare (come noi crediamo stia facendo nella fattispecie), ma magari con un po' piu' di dignita', cosi' come fanno i ladri che rubano in banca per se', ma sono convinti di farlo contro il corrotto regime capitalistico delle multinazionali della finanza, bla bla.
Poi c'e' la proposta dell'assessore perche' tra i due saggi esterni che dovranno disciplinare le deroghe, nella trovata “geniale” di metterci anche un cuoco (in pieno conflitto di interessi, ma queste cose di economia liberista sono lingua ostrogota per i nostri amministratori) sia inserita la gestrice della Enoteca Pinchiorri, Anne Féolde, e -crediamo- proprio perche' nei giorni scorsi si era espressa sfavorevolmente alle decisioni del Comune in merito.
Una richiesta: signora Pinchiorri non si faccia fottere. La scongiuriamo. Il metodo e' vecchio, paludato e quasi sempre con buoni risultati per rafforzare le porcate piu' incredibili di chi ci governa o amministra: cioe' coinvolgere i contrari di una certa stazza perche' si sentano onorati del riconoscimento e, di fatto, la loro contrarieta' sia messa nel tritacarne della politica e drogata (speziata, visto il contesto) si da non far piu' ben individuare la stronzata iniziale e morfinizzare la contrarieta' (con foto a abbracci dietro a tavoli imbanditi di finocchiona, pecorino, pane sciocco e chianti docg).
Lasciamoli a se stessi questi incoscienti della qualita' autarchica. Facciamoli bollire nel loro brodo, che' ogni volta che metteranno il cucchiaio in bocca, oltre allo schifo che sarebbe una minestra “cannibala” fatta con la loro ciccia e loro ossa, si bruceranno labbra e palato. Capiranno? Speriamo! Ma almeno avremo valorizzato un non secondario aspetto della fiorentinita' genuina, cioe' “mettere le birbe alla berlina”. Poi ci saranno le future elezioni... ma questo e' un altro discorso..

Qui un nostra nota dei giorni scorsi in merito 

(
1) La Repubblica, cronaca di Firenze del 17/03/2016
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