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1 MILIARDO E MEZZO DI SOLDI PUBBLICI PER UN CENTRO CULTURALE ISLAMICO IN PROVINCIA DI FIRENZE. 7 MILIONI E MEZZO A CREDENTE.
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Comunicato 
19 ottobre 2001 0:00
 


PROVE GENERALI DI NUOVI POTERI RELIGIOSI?

Firenze, 19 ottobre 2001. Il Comune di Colle Val d’Elsa, tra il Chianti senese e quello fiorentino, ha deciso di donare al locale Centro Culturale islamico la somma di 1 miliardo e mezzo di lire: in questo modo, dice il Sindaco, i mussulmani della zona potranno meglio radunarsi per pregare e studiare il corano. Uno stanziamento che, diviso per i 200 mussulmani che sono in zona, significa un regalo di 7 milioni e mezzo di lire a persona.
E notorio che la zona sia benestante –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- ed amministrata con fermezza da schieramenti politici sempre uguali da quando esiste la Repubblica italiana, ed e’ noto che vivere in quelle zone, oltre al clima tipico della campagna toscana e alla sua bellezza, significa avere uno standard di vita dove, per fortuna, la poverta’ e’ solo un ricordo di altri tempi e altre zone. Non solo, ma come in tutta la Toscana, quella e’ zona in cui pullulano le cosiddette case del popolo, costruite e mantenute con i soldi di lavoratori che le hanno volute come centro di aggregazione del tempo libero e per l’organizzazione politica, sociale e culturale. Una zona, quindi, dove chi vuole costruirsi un centro, un circolo, trova un terreno favorevole.
E crediamo che sia cosi’ anche per coloro che si genuflettono alla religione islamica. Ma allora, perche’ il contributo pubblico assistenziale e non, per esempio, agevolazioni fiscali e tributarie che favoriscano l’iniziativa? Cioe’ perche’ la pubblica amministrazione si deve sostituire alle tasche dei fedeli, non svolgendo la sua funzione di garante dell’esistente e del diritto di ognuno a innovazioni in armonia con l’esistente? Forse i fedeli mussulmani, in quanto tali, sono piu’ economicamente disgraziati di altri e per questo vanno favoriti? Ci si consenta di dubitarne, anche perche’ il discrimine economico, nella nostra organizzazione civica, non ci sembra che abbia connotazioni religiose. Dov’e’ il limite tra pubblico e privato, oppure avere una fede rispetto ad un’altra ha un valore pubblico che raccoglie vantaggi economici?
Ci si dira’ che esiste gia’ la Chiesta cattolica romana che prende tanto e tanto denaro, ma almeno su quella abbiamo un macigno costituzionale (i Patti Lateranensi e, a seguire, il Concordato) che, anche se a qualcuno non piace, ha pur sempre una sua valenza giuridica. Qui invece si tratta di un Comune che dona di sua iniziativa (non ci interessa il motivo, ma guardiamo solo il fatto in se’) 1 miliardo e mezzo di soldi di tutti i contribuenti; un Comune che probabilmente non ha altri problemi economici impellenti a cui far fronte (buon per loro!).
Noi siamo perplessi che i soldi dei contribuenti vengano usati in questo modo, e ci sembra il passo peggiore per cominciare un rapporto tra "Stato" e qualsiasi nuova confessione, perche’ crea discrimine (chi e’ ateo, ebreo, buddista, induista in questo comune, per esempio, perche’ deve specificamente finanziare questa o altra confessione?) e privilegi che poi col tempo (Chiesa cattolica romana docet) diventano centri di potere ed esclusione della liberta’, anche religiosa.
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