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Negozi aperti 24H. Uno scontro di civilta', economica, civica e culturale?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
2 agosto 2015 11:38
 
 Ora anche in Toscana, e il suo capoluogo Firenze oltre ad alcune localita' turistiche costiere, si sperimenta l'apertura 24 ore su 24 di alcuni supermercati. A farlo sono i francesi di Carrefour. A cui auguriamo buona fortuna dal punto di vista economico oltre che di immagine.
Una societa' economica aperta sempre e' un segnale dei tempi che -finalmente- cominciano ad arrivare anche qui (gli Usa fanno scuola). Tempi in cui il diritto al consumo non deve essere costantemente ingabbiato, controllato e indirizzato dalle idee di qualcuno convinto che il proprio modello di vita e di socialita' debba essere imposto. Modelli e culture autoritarie che ci ricordano -per restare ai giorni nostri- le punizioni corporali che lo Stato cosiddetto islamico in Medio Oriente impone a chi non fa il Ramadan. Certo, e' diverso; ma il concetto e' lo stesso: io, che ho il potere, ti dico cio' che e' buono e cio' che e' cattivo, per il tuo bene e, di conseguenza, per il bene pubblico. Un pubblico che secondo loro deve essere non una somma di individualita' con leggi che garantiscano questa somma, ma un pubblico modello di vita, pensiero, cultura, comportamento. I disastri del secolo scorso, e quelli in atto in questo secolo, sembra non siano serviti a nulla.
Proprio oggi, in merito all'apertura 24h del Carrefour fiorentino, leggiamo Cinzia Bernardini, segretaria generale Filcams Cgil Toscana: “La nostra e' una battaglia culturale, parla alla politica e alla societa' e dice che comprare mozzarelle alle 3 di notte non e' l'affermazione di un senso di liberta' ma il superamento del senso del limite. Il consumo non e' un servizio essenziale, per noi la notte va dedicata ad altre cose, non allo shopping” (1).
Il “superamento del senso del limite” e “il consumo non e' un servizio essenziale”. Brrr… Qual e', e cosa e' questo limite? Nella societa' e nella comunita' civica, per noi e' quello che serve a non calpestare i diritti degli altri, tutti gli altri, nessuno escluso, senza distinzione di opinioni, comportamenti, abitudini, desideri, sentimenti, necessita', piaceri. Infine, sul diritto al consumo, e su quest'ultimo come sevizio essenziale, giova solo ricordare i fiumi di legislazione che abbiamo nel nostro Paese in merito: e giova ricordare che questa legislazione c'e' grazie all'Unione europea, di cui siamo tra i fondatori e principali animatori. Tutta qui la differenza, e non e' poco. Da una parte chi ragiona sulla mozzarella alle 3 di notte, dall'altra chi organizza e razionalizza un contenitore istituzionale in grado di accogliere, servire ed essere utile a tutti, proprio a tutti. Nottambuli compresi.

(1) Qn, pag.27 del 02/08/2015
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