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Nubifragio Firenze. Sudditi di un regime? Come farsi fare meno male
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Comunicato di Vincenzo Donvito
2 agosto 2015 10:11
 
 Nubifragio del 1 agosto sera a Firenze. Il giorno dopo. Nelle orecchie dei fiorentini c'e' ancora l'eco delle telefonate del Sindaco Dario Nardella che, qualche giorno fa, li metteva sul “chi va la'” per l'arrivo dell'ondata di caldo, ma di ieri sera nulla. La criticita' che l'amministrazione prevedeva era colorata di giallo, moderata. Di colori rossi, niente. Non si sapeva che sarebbe arrivato quel che e' arrivato? Mah! Se e' cosi': raccontatelo a qualcun altro.
E poi le solite scene, coi pozzetti intasati e le solite strade allagate, e nuovi alberi abbattuti. Pozzetti: a livello stradale e' competenza dei manutentori della pulizia stradale, Quadrifoglio; dentro i pozzetti e' competenza del gestore idrico Publiacqua. Risultati: pozzetti intasati, strade allagate, danni a iosa. Si', proprio come in altre precedenti occasioni: leggeremo le sonanti dichiarazioni dei vari amministratori o presidenti di queste aziende che dovrebbero garantirci di non affogare… proprio come le volte scorse; qualcosa cambiera'? Non credo, ma forse, se al loro posto ci fossero i funzionari della Protezione Civile e/o dell'Esercito… Auspicio di una militarizzazione della nostra ordinaria sicurezza idrica? Mi vengono i brividi a pensarci, forse perche' mi sforzo per avere una visione della soluzione dei problemi immediati non necessariamente legati all'emergenza permanente, ma non mi sento di dileggiare chi potrebbe pensarlo. Domanda agli amministratori: vogliamo arrivare a questo, con voi costretti a farlo da un popolo che assedia Palazzo Vecchio coi forconi che si usano nel 2015? Fateci un pensierino, amministratori, partendo dal presupposto -se ci riuscite, per carita'- che voi siete dove siete per fare cose che ora state facendo molto male e, soprattutto, che non bastano le promesse.
Si', anche noi che scriviamo queste cose (non dissimili da come le abbiamo vergate in precedenti e simili occasioni) siamo stanchi. Ma state tranquilli, amministratori, non ci prenderete per stanchezza, inducendoci all'indifferenza, al fai da te a-civico e, appena possibile, a fregarvi non pagando questa o quell'altra tassa (giusta o ingiusta che sia). Alla nostra stanchezza rimediamo sempre col profondo senso civico della nostra ragion d'essere. E' piu' forte della nostra stanchezza e della vostra protervia. Lo so, siamo diversi da voi? Puo' darsi.
E intanto? Riduzione del danno. Per i sudditi che vivono in questa citta' non c'e' altra scelta. Cercare di farsi fare meno male. Il governo delle cose e' affidato alla casualita' e all'arroganza, che hanno la meglio sulla buona amministrazione: i sudditi devono per forza attingere a “quel che passa il convento” (comprendiamo chi decide di andar via da quella che qualcuno ha chiamato -non per merito suo, ma di chi c'era qualche secolo fa- “la piu' bella citta' del mondo”), per cui non ci resta che leccarsi le ferite e cercare di ottenere quel che le leggi consentono: i danni. Lo si puo' fare intimando il dovuto al Sindaco (piazza della Signora 1, 50122 Firenze) tramite raccomandata A/R di messa in mora o, per chi ce l'ha e la usa, tramite Pec ([email protected]).
Qui come redarre una messa in mora
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