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ORDINI PROFESSIONALI
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Comunicato 
19 gennaio 1998 0:00
 

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

ORDINI PROFESSIONALI. IL GOVERNO SI APPRESTA A METTER LA MANO SULLA POLVERIERA. STIA ATTENTO A NON FARSELA TAGLIARE O A CAMBIARE SOLO NOME A QUELLE CORPORAZIONI CHE FINO AD OGGI HANNO SOLO TUTELATO I LORO INTERESSI CONTRO QUELLI DI UTENTI E CONSUMATORI.

Firenze, 19 Gennaio 1998. Dopo le nuove norme sulle licenze commerciali, il Governo dovra' rivedere quelle sugli ordini professionali. E' costretto a farlo per gli impegni presi in sede Ue. E lo fara' in una situazione in cui -cosi' come denunciato dall'Antitrust- le categorie che in vario modo premono per avere un Ordine sono sempre piu' numerose, cosi' come testimoniano varie proposte di legge depositate in Parlamento.
Interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Una cosa, prima di tutto, chiediamo al Governo: considerare gli interessi di utenti e consumatori. Non fare tutto, come sempre, sulla loro testa. Il problema della riforma dell'accesso alla professione non puo' riguardare solo chi esercita questa professione, ma anche ed essenzialmente chi deve poi usufruire dei servizi e dei prodotti, perche', in quanto tale, e' fruitore di diritti.
Nel caso degli Ordini professionali, il terreno e' viscido, e la possibilita' di farsi tagliare la mano e' molto alta: altissimi sono gli interessi in gioco per la conservazione delle posizioni di rendita, e, soprattutto, della gestione di queste posizioni. I vari dirigenti degli Ordini sono delle specie di ras, che dispensano e disciplinano con un potere che sempre viola la liberta' e il diritto del cittadino, sia nella scelta per consumare meglio o avere un servizio migliore, sia nella scelta di lavorare dove e come.
Si parla di associazioni di categoria che, sul modello di altri Paesi europei, dovrebbero sostituire gli Ordini. Se e' cosi', significa -come temevamo- solo cambiargli nome. Se invece si tratta di abolire la mediazione degli ordini per l'accesso alla professione, basta solo abolirli, e far si' che ogni professionista sia stimato nelle sue capacita' da chi proporra' e ricevera' le sue prestazioni, pubblico o privato che sia.
Se i professionisti, poi, intendono tutelarsi organizzandosi in un'associazione, cosi' come gia' avviene per il circolo del bridge, e' logico che potranno farlo. L'importante e' che queste associazioni non abbiano potere contrattuale con la legge, altrimenti avranno solo cambiato nome, ma saranno identiche agli attuali Ordini.
Crediamo che cio' sia importante sia per garantire al consumatore e all'utente una liberta' di scelta, che deriva dalla liberta' di offerta, sia per aprire l'accesso alle professioni, senza, come succede oggi, la costante minaccia di chi -da una posizione di rendita- si sente proprietario della sua professionalita' per il solo fatto di esserci, e
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