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LE POSTE ABUSANO DEI CORRENTISTI POSTALI?
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Comunicato 
3 settembre 2001 0:00
 


L’ADUC LO CHIEDE, OLTRE CHE ALLA MAGISTRATURA ANCHE AI MINISTERI DELLE COMUNICAZIONI E DELL’ECONOMIA

Firenze, 3 Settembre 2001. Stamane, agli uffici dell’Aduc, e’ arrivata una lettera delle Poste Italiane, firmata da un non meglio identificato Massimo Arrighetti (la firma e’ senza qualifica), con altrettanta data generica (agosto 2001, senza il numero), in cui, nelle prime righe e’ scritto: "sono lieto di informarla che dal 1 agosto il suo conto corrente postale e’ diventato conto BancoPostaImpresa, …..". E da qui tutta una lunga spiegazione su un totale di 3 pagine in cui si decanta la qualita’ e utilita’ del servizio, nonche’ si presentano le varie condizioni economiche, per finire con un elenco di numeri di telefono, regione per regione, dove chiedere migliori informazioni.
Mentre abbiamo deciso di far studiare nei minimi particolari la lettera al nostro studio legale –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- abbiamo provato a telefonare al numero indicato per la Toscana, e non ha risposto nessuno ai vari tentativi che abbiamo esperito in normali orari d’ufficio, di mattina. Quindi abbiamo chiamato il numero 160 e degli addetti imbarazzatissimi, perche’ non sapevano che dire, hanno aperto una pratica a nostro nome.
Dov’e’ il problema? E’ che noi non abbiamo mai chiesto un servizio del genere e ci viene comunicato ben oltre un mese dopo che e’ stato attivato, e quand’anche le Poste avessero deciso di abolire il tradizionale conto corrente postale, avrebbero comunque dovuto chiederci se volevamo trasformarlo in questo nuovo servizio. Ovviamente le condizioni economiche del conto imposto, rispetto al conto corrente sono molto piu’ a vantaggio per le Poste: valga per tutti l’esempio delle spese di incasso per bollettino che nel conto corrente sono 100 lire, mentre nel BancoPostaImpresa sono 580 lire, quasi sestuplicato.
Alla tradizionale domanda "ci sono o ci fanno" non troviamo risposta, perche’ siamo allibiti, cosi’ come balbettava l’addetto al 160 che sosteneva (bonta’ sua) che normalmente quando si accede ad un nuovo servizio bisogna firmare un contratto. E che la questione non sia un banale disguido, e’ confermata dal fatto che altre associazioni che hanno altrettanti conti correnti postali, hanno ricevuto in data odierna la stessa lettera.
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