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Sicurezza stradale. Chi paga? Gli utenti ovviamente, soprattutto i piccolini. Un caso fiorentino
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Comunicato di Vincenzo Donvito
27 maggio 2016 9:32
 
 Gita scolastica di fine anno di una piccola e nota scuola elementare fiorentina, la Battisti, vicino a piazza della Vittoria. Si va a Populonia, appuntamento inderogabile per tutti, con tanto di pranzo a sacco alle 7,40, poi a piedi, tutti in fila col cappellino uguale stile colonia di altri tempi in piazza della Vitoria dove ad attenderli c'e' il pullman. Partenza prevista alle 8. I ragazzini 10-11enni vengono fatti salire, coi loro zainetti, lettori mp3, merendine, smartphone, qualche libro per i piu' “intellettuali” etc. Alcuni angosciati perche' non hanno voglia di fare un viaggio cosi' lungo (sono previste minimo due ore e mezza) dovendo tutto sommato starci pochino perche' mamme, nonni e bbbi sono stati allertati che alle 17 devono tornare a prenderli sempre nella stessa piazza della Vittoria. Che, a quell'ora, brulica di giovani liceali che stazionano prima di entrare nel villone del Dante che si affaccia nella piazza. Ma i pu' grandi liceali sono fortunati, che “bighellonano” nella piazza in attesa della campanella, mentre i ragazzini della 5 elementare sono dentro il pullman a motore spento, sotto un sole che comincia “a picchiare”, ma che accade?
La polizia sta controllando tutto: dai documenti dell'autista e del mezzo allo stato tecnico dello stesso, nei minimi particolari. Sono partiti dopo un'ora di controlli, verso le 9, con una trentina di ragazzini sotto il sole dentro il pullman. Un'ora di ritardo sulla tabella di marcia e, soprattutto, un'ora di sofferenza per quei reclusi nello scatolone di metallo sotto il sole. Morale generale che comincia ad andare a pezzi, insegnanti in difficolta' per mantenere calma la situazione, bottigliette d'acqua gia' quasi tutte scolate mente i piu' nervosi cominciano gia' ad addentare quelle merendine che avrebbero dovuto consumare almeno dopo un paio d'ore, ma si sa, il nervoso e l'imprevisto scombussola un po' tutti, figuriamoci dei ragazzi di quell'eta' che, a differenza dei cosiddetti grandi, non sono avvezzi ad ore in colonna grazie al traffico che in questa citta' gigliata non risparmia nessun angolo.
Ma i controlli ci vogliono e fanno bene. Certo, ci mancherebbe altro. La polizia fa bene. Ma perche' solo quando i ragazzini sono saliti sul pullman, sotto il sole, tenendoli un'ora dentro, quando gia' si sapeva da settimane che la partenza (non l'inscatolamento) era programmata per le 8? Perche' le forze dell'ordine non hanno fatto prima il tutto o, se proprio non volevano cominciare a controllare alle 7 si' da rispettare la tabella di marcia che prevedeva la partenza alle 8, non hanno fatto arrivare i ragazzini alle 9.
A nostro avviso (lo scrivente e' padre di una di queste bimbe recluse a cui la giornata e' cominciata rovinandogliela), a parte la schifezza dell'organizzazione (la scuola o la polizia o l'azienda proprietaria del pullman, poco importa) rimane un solco indelebile: la fiducia che questi ragazzini porranno oggi e nel futuro nei loro rapporti con la scuola e con le forze dell'ordine. Una lezione di educazione civica ai limiti dell'orribile e sconfinata nel negativo. O forse qualcuno pensa che e' bene che sia cosi, cosi questi ragazzini quando guideranno un veicolo, prenderanno un mezzo pubblico, faranno una fila in qualche ufficio anagrafe o simile, saranno gia' abituati ad essere sudditi, a meglio sopportare l'incapacita' dei “grandi” e quindi non protesteranno. La missione che la scuola, in questo come in altri casi, sia il luogo in cui si insegna ai ragazzini ad essere sudditi e mediocri, e' compiuta! 
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