Saranno almeno 40 i Paesi che parteciperanno alla costruzione di un fondo per il rifinanziamento delle ong che assistono le donne nell'aborto e nei percorsi di educazione all'uso dei contraccettivi. E che oggi non possono piu' contare sulle somme provenienti dagli Stati Uniti. La decisione con cui Donald Trump ha tagliato loro i fondi e' stata infatti non solo contestata ma anche contrattacata con determinazione dal governo olandese, che ha organizzato per il prossimo 2 marzo una conferenza ministeriale sotto il titolo "She decides (Lei decide). "E' fantastico - ha spiegato la ministro per la Cooperazione internazionale, Lilanne Ploumen - che cosi' tanti paesi mostrino solidarieta' con le donne e le bambine che non hanno accesso all'educazione sessuale, alla contraccezione e a una guida per la maternita' o l'aborto in condizioni di sicurezza". Il taglio di Trump alle ong, deciso per accontentare l'ultradestra religiosa americana, ammonta a circa 600 milioni di dollari l'anno (567 milioni di euro). Il risultato, secondo la stima di diverse organizzazioni, sara' costituito da 6,5 milioni di gravidanze indesiderate, 2,2 milioni di aborti in condizioni di rischio, la morte di 21.700 giovani madri entro i prossimi quattro anni. "Dobbiamo riempire questo vuoto in qualunque modo - ha aggiunto la ministro - non possiamo abbandonare al loro destino milioni di donne e di bambine. Con una grande coalizione internazionale possiamo andare avanti". Tra i paesi partecipanti alla conferenza vi sono diversi Stati europei, asiatici e africani, quali Belgio, che ospitera' al Conferenza a Bruxelles, Lussemburgo, Svizzera, Finlandia, Canada, Kenya, Etiopia, Mozambico, Vietnam, Nepal o Giappone. L'Olanda ha gia' versato 10 milioni di euro al fondo, in via di realizzazione.