Dopo il calo della crisi, gli alimentari tornano al centro dei consumi degli italiani: il cibo incide sul 14,3% della spesa delle famiglie, una quota che supera di quasi tre punti percentuali la media dei principali paesi Ue (11,4%). Il fenomeno va in controtendenza rispetto alla prudenza ancora dimostrata dai consumatori, che hanno accumulato un totale 133 miliardi di cash dall'inizio della recessione ad oggi. E' il dato emerso da 'Il futuro dell'alimentazione: tra stili di vita e nuovi modelli di fruizione', la ricerca di Censis per Nestle' Italiana presentata questa mattina a Milano. Oltre alla quantita', gli italiani evidenziano una maggiore attenzione della media alla qualita' dei prodotti acquistati: il fattore prezzo e' prioritario solo per l'1,3% del campione dell'indagine (media globale del 32%), mentre per il 69,9% degli italiani pesano di piu' criteri 'valoriali e pratici' come tutela dalla salute (94,6%), trasparenza (94,4%), funzionalita' (prodotti a lunga scadenza, 88,4% e o facili da cucinare, 75,1%), eticita' (83,5%). Quanto ai canali per l'acquisto, emerge una varieta' di scelte che include cibo pronto e semipronto (31 milioni di italiani), cibi salutisti (26 milioni), take away acquistato sul Web (19,4 milioni), alimenti e bibite nei distributori automatici. Un ulteriore driver e' rappresentato dalla marca: il 67,3% dei consumatori e' disposto a pagare di piu' per un certo brand.