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 ITALIA - ITALIA - Legalizzazione cannabis. 5.000 in corteo a Pisa
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21 maggio 2017 12:35
 
Migliaia di persone hanno sfilato per le vie del centro per la diciassettesima edizione di Canapisa, promossa dall'associazione Canapisa Crew e dall'Osservatorio Antipro. La manifestazione anti-proibizionista ha attirato in città circa cinquemila giovani provenienti da tutta la Toscana per chiedere la legalizzazione delle droghe e un consumo critico e consapevole delle sostanze. I primi partecipanti alla tradizionale kermesse si sono radunati già nella tarda mattinata di ieri sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele. Nuvole di fumo di cannabis sui prati davanti all'ex palazzo della Provincia: decine i ragazzi, di cui molti minorenni, che fumano e bevono. L'atmosfera è quella di una grande festa, in cui tutti vogliono essere liberi. Sotto le logge circolano grandi quantità di erba: diversi i fornitori, in gran parte stranieri. Akil è uno di loro ed è arrivato da Roma per rifornire i giovani pisani.
«Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ho preso il treno dalla capitale e sono arrivato qui. È la quarta volta che partecipo. Vendo solo roba buona, guarda», dice Akil mostrando un sacchetto con diversi grammi di erba. «Manifestiamo contro la criminalizzazione di chi fa uso di sostanze, per l'auto-coltivazione e la diffusione di politiche e pratiche di riduzione del danno - dice Alberto Mari, uno degli organizzatori -. Siamo qui per rivendicare il nostro diritto a manifestare. Siamo consapevoli delle esigenze dei cittadini, per questo abbiamo proposto di concludere la manifestazione al parco della Cittadella. Con il Comune è mancato il confronto». Mari sottolinea che è interesse dell'organizzazione una pacifica conclusione della kermesse, senza creare disagi alla cittadinanza. «Abbiamo installato cinque bagni chimici, a nostre spese, nel prato in cui terminerà il corteo, dietro il carcere don Bosco - aggiunge Mari -. Canapisa contesta la proposta di legge di Benedetto Della Vedova, che rischia di creare monopoli. Siamo contrari ad ogni proposta di monopolio statale, dobbiamo sconfiggere le narcomafie». Simone è uno studente universitario che approva il messaggio della kermesse, ma non condivide il comportamento di certi manifestanti. «Sono qui per passare una giornata in allegria, in compagnia dei miei amici. Sono uno dei più sobri qui, la maggior parte è già in stato alterato - dice il giovane, mentre il corteo si prepara a partire da piazza della Stazione -. Credo che negli anni Canapisa sia diventata solo un'occasione per sballarsi e basta. Detto questo, sono favorevole alla liberalizzazione della cannabis». I turisti che scendono dal treno guardano esterrefatti il raduno. «Mi sembra una bella manifestazione, piena di vita», commenta un signore tedesco, in città insieme alla moglie, mentre un pensionato pisano ha qualche perplessità: «Ma tutti questi ragazzi non avrebbero bisogno di lavorare invece di venire qui a perdere tempo? Ben venga il diritto di manifestare, ma forse ci sono motivi più importanti». Tra le politiche contestate dalla kermesse anche la cosiddetta "medicalizzazione della società subita dai cittadini". «I malati sono costretti ad assumere sostanze molto più pesanti delle droghe. Mi riferisco agli psicofarmaci - dice ancora Mari -. Chiediamo un accesso migliore alla cannabis per i pazienti bisognosi».Nel corteo hanno sfilato una decina di camion allegorici, ognuno dotato di casse per "sparare" musica di vario genere: le note in stile reggae, dub, punk e house hanno accompagnato l'affollata e gioiosa street-parade. Come ogni anno tra i partecipanti c'era anche il collettivo anti-psichiatrico Antonin Artaud, che critica l'istituzione psichiatrica, definita come "uno dei principali strumenti che il sistema usa per ostacolare l'autodeterminazione degli individui, per normalizzare i comportamenti ritenuti pericolosi poiché non conformi al mantenimento dello status quo". Il corteo ha percorso viale Bonaini, dove diversi residenti si sono appostati davanti alle loro case per controllare la situazione. «Molti condomini hanno dovuto installare i cancelli per evitare intrusioni - dice un abitante -. In passato trovavamo gente collassata nel giardino retrostante e il parcheggio si trasformava in una latrina. Siamo qui in attesa che il corteo si allontani». La street parade ha proseguito verso piazza Guerrazzi, via San Gallo, lungarno Fibonacci, ponte della Fortezza, lungarno Buozzi, via del Borghetto, via Luschi, via Gioberti, via Garibaldi ed è terminata nel parco di via Canavari, dove due band punk si sono alternate in un live musicale fino a mezzanotte.
(dal quotidiano Il Tirreno)
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